La formula di pensionamento "anticipato" con 41 anni di anzianità contributiva a prescindere dall'età per i lavoratori precoci potrebbe trovare spazio nella riforma Pensioni targata Renzi e Poletti anche se ancora sono diversi i nodi da sciogliere in merito alle risorse finanziarie disponibili che potrebbero ridimensionare il provvedimento con la riduzione del numero dei beneficiari. Sono quasi 3,5 milioni i lavoratori italiani, secondo i dati forniti dall'Istituto nazionale per la previdenza sociale presieduto da Tito Boeri, che hanno cominciato l'attività lavorativa prima di aver compiuto il 18esimo anno d'età.

Lavoratori precoci, in tutto sono 3,5 milioni: chiedono la Quota 41

Ma, sempre secondo i dati dell'Inps, sono quasi 80mila i lavoratori che hanno già raggiunto la Quota 41 anni di anzianità contributiva. Dare a tutti questi lavoratori la possibilità di accedere al pensionamento potrebbe avere un costo complessivo di 3miliardi di euro, mentre il Governo Renzi sulla riforma pensioni nel suo complesso sembra intenzionato a investire non massimo di 2miliardi, almeno stando alle notizie fatte trapelare finora da Palazzo Chigi che per i lavoratori precoci sarebbe comunque pronta a mettere nella legge di Bilancio 900milioni di euro.

Pensioni, l'Inps: la Quota 41 per tutti costerebbe circa 3 miliardi

Dunque l'esecutivo, per ridurre i costi, starebbe cercando di ridimensionare la platea dei lavoratori precoci fissando alcuni i paletti.

Diverse, secondo quanto riporta l'Ansa, le ipotesi al vaglio del governo. Si sta valutando se ritenere precoci i lavoratori con almeno un anno o due anni di attività lavorativa svolta prima del compimento dei 18 anni o se fissare l'uscita dal lavoro con 41 anni e dieci mesi di anzianità contributivo piuttosto che con 41 anni.

Nell'ipotesi dei 41 anni e dieci mesi, sostanzialmente, verrebbe abbonato soltanto un anno rispetto ai 42 anni e dieci mesi previsti dall'attuale normativa previdenziale per l'accesso alla pensione anticipata degli uomini.

Intanto, i "lavoratori precoci a tutela dei propri diritti", riuniti su Facebook e nelle piazze, insistono per la Quota 41 senza se e senza e per le modifiche alla riforma pensioni Fornero e alcuni chiedono anche di votare no al referendum costituzionale.

"Se non cambiate la legge Fornero - si legge nella didascalia di una delle foto condivise sul social network - non ci resta altra soluzione che impegnarci attivamente per sostenere la campagna vota no al referendum costituzionale".