Le ultime notizie pensioni di oggi12 settembre parlano soprattutto della puntata di PresaDiretta in onda stasera su Rai 3 che ha al proprio cento la questione della riforma previdenziale. Alcune discussioni e interventi sono stati già diffusi e la polemica è stata soprattutto tra Tito Boeri e Tommaso Nannicini sulla questione dei tagli ai vitalizi dei politici e alle cosiddette Pensioni d'oro. L'appuntamento di stasera è particolarmente importante perché saranno chiariti anche i costi reali delle penalizzazioni per i lavoratori che richiederanno di accedere al dispositivo di riforma pensioni APE.

Boeri-Nannicini sui vitalizi: ultime notizie pensioni, oggi 12 settembre

Le ultime notizie pensioniparlano soprattutto dell'intervento di Tito Boeri, che sarà trasmesso durante il programma PresaDiretta, il quale ha sostenuto nuovamente la necessità di mettere in campo misure di taglio ai vitalizi dei politici e alle pensioni d'oro. Secondo il Presidente dell'Inps, infatti, il problema del sistema previdenziale italiano non è dato dalla sostenibilità finanziaria, ma dalla mancanza di equità sociale. Le risorse ricavate dal taglio ai vitalizi potrebbero essere utilizzate per misure di redistribuzione della ricchezza. Alle parole di Tito Boeri ha risposto a distanza Tommaso Nannicini, il quale ha sostenuto che è impossibile intervenire in questi senso: si tratterebbe, infatti, di calcoli molto complessi e ancor più difficile sarebbe comprendere chi percepisce più di quanto ha versato di contribuzione.

Per non commettere errori – togliere soldi ai chi li ha meritati – il governo Renzi ha abbandonato questa strada. È chiaro come questo confronto farà discutere a lungo.

Nannicini sulle penalizzazioni APE: ultime notizie pensioni, oggi 12 settembre

Tommaso Nannicini, nel suo intervento, non ha soltanto risposto a Tito Boeri ma ha anche rilanciato la riforma pensioni APE, cercando di far comprendere agli italiani, in maniera semplice, il suo funzionamento.

Se, ad esempio, un lavoratore percepisce 1000 euro al mese ed è meritevole in qualche modo di tutela, o perché disoccupato e senza ammortizzatori sociali o perché disabile o inabile, allora la penalizzazione è zero; se lo stesso lavoratore che percepisce 1000 euro al mese decide volontariamente di andare in pensione prima, allora ogni anno di anticipo gli costerà 50/60 euro al mese per un massimo di 150/200 euro al mese per un anticipo di tre anni.

Il tutto per la durata di 20 anni (il tempo per la restituzione del prestito). Nannicini difende anche l'idea del coinvolgimento del sistema assicurativo e bancario: era l'unico modo per rendere sostenibile la riforma pensioni. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.