Aggiorniamo i lettori della nostra rubrica “Parola ai Comitati” in merito alla discussione sulla riforma previdenziale, ospitando nuovamente l’On Roberto Simonetti (LN) - Segretario Generale della Commissione Lavoro - che ringraziamo per la sua gentile disponibilità.
Riprendiamo il filo del discorso dal nostro ultimo scambio: qual è il punto della situazione ad oggi sui provvedimenti di riforma previdenziale inseriti in LdB 2017 e quale il suo giudizio politico?
Innanzitutto è doveroso chiarire che non si tratta di una riforma previdenziale, in quanto la proposta del Governo è semplicemente una sperimentazione biennale senza abrogazione della Legge Fornero (il famoso art.24 del salva Italia di Monti).
Di fatti una seria riforma previdenziale prevede la nascita di diritti soggettivi in capo ai beneficiari, mentre questa sperimentazione da una parte fa pagare al lavoratore pensionando una rata di un mutuo ventennale per accedere al sistema pensionistico, e per la platea social non si tratta appunto di un assegno previdenziale perché manca il diritto soggettiva ma è semplicemente un sussidio. Una indennità appunto, al pari di un ammortizzatore sociale con una disponibilità finanziaria limitata, con tetto massimo pari a 300 milioni, il cui superamento di spesa non sarà possibile escludendo così tutta la platea di beneficiari che faranno domanda in tempi successivi a quelli salvaguardati inclusi nel plafond disponibile.
La vera riforma previdenziale è l’abrogazione della Legge Fornero, dando la possibilità di andare in pensione ad una età adeguata e non i 67 anni odierni, senza penalizzazioni e senza costi per il lavoratore, riconoscendogli il diritto soggettivo di accesso al pensionamento. Altrimenti è solo fuffa elettorale. Ed è in tal senso che andranno i miei emendamenti .
Per quanto concerne il tema dell’opzione donna, resta purtroppo ancora da chiarire la vicenda del monitoraggio tramite i dati del contatore. Sarà possibile un intervento correttivo con i prossimi emendamenti?
Già tre settimane fa affermai che opzione donna sarebbe stata dimenticata in legge di bilancio e purtroppo il testo del Governo ora mi da ragione.
Nessun articolato della proposta governativa prevede né l’inclusione del quarto trimestre rimasto escluso né tanto meno la prosecuzione della sperimentazione al 2018. Emendamenti ne produrrò, sia con copertura derivanti dai residui del cosiddetto “contatore” e sia con fondi nuovi. Cosicché il Governo non potrà bocciarmi la proposta con la scusa che il monitoraggio ha dato esito negativo al risparmio di risorse precedentemente stanziate.
Infine, resta elevata anche la preoccupazione dei lavoratori esodati in merito alla effettiva platea dell’8va salvaguardia. Dopo le ipotesi restrittive pronunciate dal Governo, quale intervento si sta maturando in Commissione lavoro?
Per noi l’ottava salvaguardia così come formulata non può considerarsi definitiva perché necessita di un ampliamento della platea dei lavoratori da salvaguardare.
Ecco perché faremo battaglia contro l’iniziativa di Renzi di voler cancellare il Fondo Esodati, come scritto in legge di stabilità, che ha un solo significato: chi c’è c’è e chi è fuori dalle platee descritte non verrà più considerato in futuro!!!! Questa è l’ennesima vergogna di un Governo tutto teso squisitamente ad una campagna elettorale perenne sulla pelle dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, delle fasce più deboli della società. E’ proprio incalzante la famosa frase cinematografica: “Renzi, solo chiacchiere e distintivo!”