Ci risiamo, a distanza di un anno e nonostante recentemente sia stato emanato sia un decreto legge che e un decreto ministeriale applicativo, il pagamento delle supplenze brevi in molti casi non sta avvenendo. Insomma non si sta dando attuazione ai decreti legge che come sventolato sia dal ministro dell' istruzione Stefania Giannini che dal sottosegretario Davide Faraone, dovevano risolvere per sempre la piaga del pagamento delle supplenze brevi. Infatti i tempi di attesa sono stati sempre molto lunghi, spesso oltre ogni ragionevole aspettativa.

Questo decreto ricordiamo stabiliva una tempistica certa, così facendo i supplenti potevano stare tranquilli sul pagamento dello stipendio.

La situazione attuale e le responsabilità

Ovviamente infuria la protesta, docenti che magari hanno accettato supplenze a centinaia di chilometri di distanza dal loro paese di origine e di conseguenza hanno dovuto affrontare svariate spese. Ad oggi è tutto bloccato, il Miur ha disatteso l'ennesimo impegno, perché si diceva che il decreto avrebbe inchiodato il dirigente scolastico e gli uffici delle segreterie scolastiche alle loro responsabilità. Ma ad oggi il vero problema sono i fondi che non essendo erogati dal Miur, la Scuola ovviamente di conseguenza non può provvedere al pagamento degli stipendi.

Inoltre oltre al danno la beffa, infatti non è possibile nemmeno interfacciarsi con il Miur per chiedere chiarimenti, in quanto non c'è uno specifico numero verde a cui chiamare. Insomma una situazione alquanto paradossale, e soprattutto lesiva della dignità dei lavoratori.

Spesso come dicevamo, inizia l'anno scolastico ma le scuole non hanno appunto i fondi sufficienti ed allora prima che si mette in moto tutta la trafila burocratica passa tempo e di conseguenza i supplenti restano senza stipendio.

Forse sarebbe il caso di accompagnare i decreti con le relative risorse economiche, così facendo le scuole hanno disponibilità immediata dei fondi e possono provvedere al pagamento della supplenza, senza far attendere diversi mesi i poveri docenti.