Con l’approvazione della Legge di Bilancio da parte del Senato il 7 dicembre, il pacchetto Pensioni, quello con le novità previdenziali per il prossimo anno è definito. È nato l’APE che nella versione volontaria, quella del prestito a carico dei lavoratori, prevede uno sconto sull’età di uscita per la pensione di vecchiaia. A 63 anni, i lavoratori potranno decidere di lasciare il lavoro ottenendo un prestito da una banca che poi restituiranno a partire dai 66 anni e 7 mesi a partire dai quali percepiranno la loro pensione di vecchiaia. Necessari però 20 anni di contributi versati che salgono a 30 per l’APE sociale per disoccupati, invalidi e con disabili a carico.

Addirittura 36 ce ne vogliono per l’APE agevolata destinata ai lavori gravosi e logoranti. Per la pensione anticipata poi, servono 42 anni e 10 mesi di versamenti (uno in meno per le donne). Per i precoci, ma solo per quelli disagiati, via libera per la pensione senza limiti anagrafici ma con 41 anni di versamenti. Bisogna sapere però che esistono vie di uscita con solo 15 anni di contributi versati che resteranno in vigore anche nel 2017.

La Deroga Amato

Il Decreto Legislativo 502/1993 ha inserito nella previdenza italiana la cosiddetta Deroga Amato, uno scivolo agevolata rispetto alla pensione di vecchiaia che ricordiamo si percepisce con 66 anni e 7 mesi di età (65,7 per le donne) e 20 di contributi.

Nulla cambia dal punto di vista dell’età anagrafica che è sempre quella per la quiescenza di vecchiaia, ma i contributi necessari sono solo 15 anni. Per rientrare nella Deroga però è necessario che i 15 anni siano stati maturati entro il 31 dicembre 1992. In alternativa, anche con contributi versati dopo, si può rientrare se prima del 1993 si è stati autorizzati ai versamenti volontari.

Ulteriore possibilità è concessa a coloro che hanno 15 anni di versamenti, 25 di anzianità contributiva (il primo contributo deve essere versato 25 anni prima della domanda di pensione) e almeno 10 anni di attività saltuarie e discontinue, cioè con meno di 52 settimane di lavoro per anno. Per quest’ultimo requisito, non vengono considerati gli anni di lavoro con versamenti e quindi imponibile inferiore al minimale (per il part time per esempio).

Salvacondotto e opzione Dini

Una situazione simile alla Deroga Amato è prevista dalla Legge 335 del 1995 e viene conosciuta come opzione Dini. Per rientrare in questa via di uscita sempre a 66 anni e 7 mesi di età, ma con 15 di contributi, bisogna accettare il calcolo esclusivamente contributivo dell’assegno, cioè penalizzante come importi. Necessario in questo caso, avere almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1996 e non oltre i 18 precedenti sempre il 1996. Le novità introdotte dalla Fornero, quelle tanto criticate e contestate, lasciano una particolare possibilità di uscita a 64 anni di età. Parliamo del salvacondotto Fornero, che consente alle lavoratrici dipendenti del settore privato che al 31 dicembre 2012 avevano già 20 anni di contributi versati e 60 anni di età, di uscire nel 2017 al compimento dei 64 anni di età.

Lo stesso meccanismo si applica anche ai lavoratori di sesso maschile, ai quali però viene chiesto di aver raggranellato al 31 dicembre 2012, almeno 35 anni di contributi versati. Scivoli, scorciatoie e uscite anticipate rispetto alle attuali norme come vediamo, ce ne sono, basta studiare bene la propria storia lavorativa.