Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è arrivato il via libera definitivo all'APE, il nuovo meccanismo di flessibilità previdenziale che permetterà nel caso di scelta volontaria l'uscita dal lavoro a partire dai 63 anni, con almeno 20 anni di versamenti ed una penalizzazione media stimata attorno al 4,5% per ogni anno di anticipo. Una trattenuta che sembra avere un impatto importante sull'assegno, ma che potrebbe essere parzialmente calmierata dai futuri adeguamenti della pensione. La misura sarà disponibile a partire dal prossimo 1° maggio 2017: i parametri coinvolti in realtà sono diversi e la cosa migliore per effettuare le valutazioni di convenienza resta quella di recarsi presso il proprio patronato.

A lato di queste considerazioni, bisogna però sottolineare che vi è ancora un dettaglio da chiarire in merito all'APE volontaria, cioè la procedura da seguire per poter chiedere l'estinzione anticipata del prestito ventennale. Il lavoratore che dovesse ritenerlo opportuno potrebbe infatti voler chiudere in anticipo l'operazione di flessibilità: vediamo insieme perché e qual è lo scenario in merito alla vicenda.

Pensioni flessibili e APE volontaria: come funziona l'estinzione anticipata?

Stante la situazione appena descritta, resta ancora da delineare l'eventuale procedura utile per poter estinguere in anticipo il prestito sottoscritto tramite l'APE. È il caso, ad esempio, dei contribuenti che durante il pagamento delle rate di restituzione raggiungono i requisiti utili per la pensione anticipata, avendo chiesto l'anticipo pensionistico volontario ed al contempo continuando a lavorare.

In tale situazione, il lavoratore potrebbe avere un'effettiva convenienza a chiudere in anticipo l'APE. A tal proposito, bisogna evidenziare che al momento la legge non prevede in senso esplicito una simile opzione. Per capire se tale facoltà diventerà disponibile, bisognerà pertanto attendere il Decreto al riguardo in arrivo dalla Presidenza del Consiglio, scadenzato per i primi giorni di marzo 2017.

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