Nella battaglia tra il SI e il NO al referendum c'è da registrare l'avvertimento lanciato da Boeri il mese di ottobre con il quale avvertiva gli italiani che se dovesse vincere il NO la nuova riforma delle Pensioni non vedrebbe la luce. Il premier Matteo Renzi ha però escluso questa possibilità e durante una intervista rilasciata a Domenica Live lo ha escluso. Secondo Renzi la riforma avverrà a prescindere dal risultato e pensionati e lavoratori potranno beneficiare delle novità inserite nella Legge di Bilancio 2017. Le rassicurazioni lasciano però il tempo che trovano perché se dovesse prevalere il NO il governo potrebbe avere una crisi e conseguentemente potrebbe cadere.
Tutte le possibili soluzioni sono ancora in discussione al Senato e potrebbero avere un iter negativo.
Boeri non ha dubbi
Secondo Boeri, con la vittoria del Sì al referendum, i pensionati e i lavoratori potrebbero beneficiare di un’organizzazione previdenziale centralizzata e quindi uniforme su tutto il territorio nazionale. Senza una riorganizzazione dell’Inps sarà impossibile fornire ai cittadini le giuste informazioni per andare in pensione seguendo la normativa prevista dalla riforma delle pensioni. Questo perché l'INPS dovrebbe diventare il centro della nuova riforma essendo collegata a banche, assicurazioni, imprese e contribuenti. Le modifiche che lo stesso Boeri ha già avviato all'interno dell'Istituto di previdenza, e che prevede meno sprechi e tagli alle poltrone, si sommerebbero alla riforma avviata dal governo.
Un ultimatum in piena regola
L'ultimatum dettato da Boeri evidenzia che se non ci sarà la ristrutturazione dell'INPS non ci potrà essere futuro per la riforma delle pensioni. L'Ape ha necessariamente bisogno di avere un sistema che coordini e regolarizzi le posizioni dei cittadini. E tutto gira in funzione degli istituti di credito, le assicurazioni e le aziende.
L'INPS dovrà per questo svolgere una funzione di coordinamento che da un lato garantisca il contribuente e dall'altro stabilisca un rapporto chiaro con gli altri elementi del processo pensionistico. Bisognerà quindi aspettare il 4 dicembre per capire se gli scenari si normalizzeranno o bisognerà aspettare altri risvolti politici.