Ministeri, sanità e Scuola: le donne sono al primo posto nelle assenze per malattia. Questo è quanto emerge dall’aggiornamento del conto annuale della Ragioneria dello stato riferito al 2015, rielaborato dall’Ansa e relativo ad alcuni dei settori principali di attività come scuola e sanità, che da soli valgono il 52% dei quasi 3,2 milioni di dipendenti pubblici (oltre un milione nell'istruzione e oltre 650 mila nella sanità). Dati che di certo faranno riflettere il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, e i suoi esperti, che proprio in questi giorni sono al lavoro senza sosta per preparare il decreto sulla riforma del testo unico sul pubblico impiego, che dovrebbe essere pronto a metà febbraio; e che dovrebbe contenere le nuove misure per contrastare il fenomeno dell'assenteismo.

Dipendenti pubblici e malattia: le donne al primo posto

Il numero dei giorni di assenza in media sono scesi tra il 2014 e il 2015 all’incirca del 6%, passando rispettivamente da 9,8 a 9,2; ma in generale quelle per malattia del personale femminile restano superiori, mentre gli uomini fanno un po’ meglio. Al primo posto troviamo infatti le dipendenti dei ministeri con 11,7 giorni di assenza (9,9 gli uomini); al secondo le lavoratrici impegnate nella sanità a quota 11,6 giornate (8,6 i maschi), mentre nella scuola il personale femminile ha saltato 9,7 giorni contro i 7,5 dei dipendenti maschi. Non per spezzare una lancia in favore delle lavoratrici, ma in questo quadro va anche ricordato che spesso molte donne sono più impegnate dei colleghi maschi, visto che non devono pensare solo al lavoro fuori casa, ma anche alla gestione di famiglia e figli e sono sottoposte a tour de force più stressanti.

Dipendenti pubblici: assenteismo in rallentamento

Ma al di là delle differenze di genere, si può comunque dire che il fenomeno dell’assenteismo dal lavoro in generale manifesta un trend in rallentamento, come rileva anche la riduzione delle assenze per permessi retribuiti, che scendono di un giorno, passando da 18,8 a 17,8 (-5%), o le assenze che riguardano la maternità, i congedi parentali e la malattia del figlio, che si riducono da una media di 3,1 giorni a 3 (-3%).

E su questi numeri, non rileva più di tanto il calo del personale, visto che tra il 2014 e il 2015 è sceso solo dello 0,1%. In complesso, considerando oltre a questi elementi anche le ferie, le assenze nel settore del pubblico impiego sono passate dai quasi 133 milioni di giornate nel 2014 a più di 126 milioni nel 2015, con una riduzione del 4,8%.