Mobilità 2017/18: continuano i botta e risposta in merito alla validità dell'intesa fra Miur e sindacati del 29 dicembre. Oltre a suscitare una sorta di 'guerra dei diritti' fra le varie categorie di docenti, anche altri hanno attaccato l'accordo. Non a caso la Uil Scuola ha emesso un lungo comunicato di Pino Turi, in cui invita a non prestare attenzione a 'detrattori con interessi propri”. Fra gli attacchi più notevoli delle ultime ore c'è sicuramente quello di Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione e Formazione della regione Veneto, che si è scagliata contro il ministro Fedeli e le sue scelte.
Le sue parole, molto dure, dipingono un ministro che non sa fare gli interessi della scuola.
Ministro Fedeli, l'accordo sulla mobilità 2017/18 fatto al Miur 'non va bene'
La Donazzan, come si legge su Padovanews, si è espressa sull'intesa circa la mobilità 2017/18 in maniera negativa. Ha affermato che il nuovo Governo Gentiloni ha deciso di non rispettare nessuno degli impegni presi pur di superare le criticità della Buona Scuola. E questo lo ha fatto cancellando la permanenza obbligatoria per un triennio sul posto di ruolo assegnato. Quella che Donazzan definisce “la contro-riforma Fedeli” permetterà l'occupazione di tutti i posti di ruolo al Nord (dove c'è disponibilità), per poi sfruttare i trasferimenti e andare dove fa più comodo.
Questo penalizzando la continuità didattica e gli studenti della scuola. Ma la Fedeli, secondo l'assessore, bara anche con gli insegnanti. Oltre a farsi 'beffe di impegni vincolanti e del diritto', dice, la Fedeli non tiene conto di quei poveri docenti che si sono comportati bene e aiuta quelli che sono in cerca di una scorciatoia e non si preoccupano di assicurare la continuità didattica.
Secondo lei, si tratta di un messaggio e un esempio pessimo per le giovani generazioni.
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