L'opzione Donna, che era stata prorogata grazie al decreto Milleproroghe, concedee alle lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro a 57 anni se queste hanno versato almeno 35 anni di contributi. Quest'ultimo dato vale sia per le utonome che per le dipendenti. Se sono stati versati in casse previdenziali diverse si provvede al cumulo; quest'ultimo è totalmente gratuito. E' necessario fare un distinguo tra le lavoratrici dipendenti e le lavoratrici autonome.

  • Le dipendenti: devono avere compiuto almeno 57 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi
  • Le autonome: devono avere compiuto almeno 58 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi

Tali requisiti devono potere essere fatti valere entro la fine del mese di luglio 2016; a dispetto dei requisiti maturati è necessario per le donne attendere un periodo, definito finestra, di almeno un anno per le lavoratrici dipendenti e un anno e mezzo per le lavoratrici autonome.

Pensione minore se è anticipata

Se le lavoratrici donne escono in anticipo dal mondo del lavoro il calcolo del loro assegno pensionistico non si basa su unico metodo, ma è misto. Tale opzione prevede l'applicazione del sistema contributivo e del sistema retributivo combinati insieme. La pensione avrà un importo minore rispetto allo stipendio e la penalizzazione dipende dalla professione svolta dalla lavoratrice nell'intero arco della sua vita lavorativa. E' opportuno precisare che la riduzione varia dal 25% al 30%. A dispetto di questi dati, dai quali possiamo evincere che la decurtazione applicata è effettivamente importante, una grande fetta delle lavoratrici del settore privato quest'anno uscirà dal mondo del lavoro.

L'Opzione Donna, va precisato, può essere usufruita solo dalle lavoratrici che sono nate tra il 1957 e il 1958. Purtroppo per il 2018 non è stata concessa nessuna deroga dell'Opzione Donna. Il risultato conseguente è quello che vede le lavoratrici uscire del mondo del lavoro per potere accedere alla pensione il dovere compiere 66 anni e sette mesi d'età.