Passo indietro del Governo e del ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, sulla riforma del pubblico impiego e sugli aumenti degli stipendi dei dipendenti statali. Secondo quanto riporta Il Messaggero, infatti, l'Esecutivo sarebbe pronto ad abbandonare l'intenzione di emanare il nuovo Testo unico (atteso per febbraio 2017), organico normativo fondamentale di tutta la riforma Madia. E, di intervenire, con un decreto che disciplini i singoli punti dell'accordo firmato con i sindacati il 30 novembre 2016.

Contratti statali 2017, in arrivo il decreto su aumenti di stipendio e bonus?

Il Testo unico del pubblico impiego, nelle intenzioni dell'ex Governo Renzi, avrebbe dovuto mettere ordine a tutta la disciplina del lavoro degli statali, dagli aumenti di stipendio ai premi, alle questioni delicate dell'orario di lavoro, delle assunzioni e dei licenziamenti. Invece, il Governo Gentiloni potrebbe intervenire con un decreto legislativo da emanare entro il prossimo mese di febbraio nel quale si abbandonerebbe definitivamente la riforma Brunetta del 2009 sia per un ripristino della concertazione sindacale in materia di Pubblica amministrazione, sia per quanto riguarda i premi della retribuzione accessoria.

Infatti, i bonus di merito previsti proprio dall'ex ministro Brunetta erano stati studiati per premiare con la metà del fondo dell'impiego pubblico il primo quarto degli statali giudicati, sulla base di pagelle, i più meritevoli. E con l'altra metà il cinquanta per cento a scalare degli impiegati statali. Rimarrebbe senza aumenti l'ultimo quarto degli statali.

Contratto statali 2017: novità su orari di lavoro, welfare, formazione e licenziamento

L'intesa raggiunta a fine novembre con i sindacati segnala, invece, un cambio di rotta nella distribuzione dei bonus accessori: infatti verrebbero introdotti nuovi meccanismi di valutazione che possano garantire la valorizzazione delle professionalità e delle competenze.

Sempre nello stesso decreto andrebbero disciplinati anche le nuove forme di flessibilità degli orari lavorativi per contrastare le possibilità di assenteismo dei lavoratori statali fino alle nuove regole relative al licenziamento nella Pubblica amministrazione. Infine, si andrebbero ad incentivare anche la formazione continua e i meccanismi di welfare con relativi incentivi fiscali.