I voucher sono un argomento chiave della nuova politica governativa messa in atto da Gentiloni. Nel 2017 infatti sono tanti gli aspetti che potrebbero cambiare e che interessano tutti i "lavoratori occasionali". La Corte Costituzionale deve pronunciarsi sulla legittimità dei referendum promossi dalla Cgil che riguardano il Jobs act e un aspetto chiave riguarda proprio l'abolizione dei buoni lavoro chiamati appunto voucher.

Cosa sono i voucher

Si tratta di buoni cartacei dell'importo di circa 10 euro con cui un dipendente viene retribuito per il suo lavoro definito in tal senso occasionale ovvero non connesso ad alcun tipo di contratto poiché saltuario.

I buoni vengono erogati dall'Inps e pertanto tassabili, infatti i 10 euro con il pagamento dei contributi (2,50 euro vanno all'Inail e all'Inps per la copertura assicurativa e contributiva) diventano 7,50 euro netti. Questi ticket sono stati emessi per la prima volta nel 2003 con l'obiettivo di legalizzare le prestazioni lavorative di dipendenti come addetti alle pulizie domestiche o insegnanti privati per ripetizioni scolastiche combattendo il fenomeno del lavoro in nero. Nell'ultimo periodo però proprio l'Inps ha richiamato l'attenzione politica su tale fenomeno: nel 2016 i dati statistici relativi al rilascio dei voucher hanno raggiunto cifre da record. Sono tantissimi i lavoratori italiani costretti ad accettare il pagamento del loro lavoro con questi ticket che dal punto di vista fiscale favoriscono solo il datore e in alcun modo il dipendente.

Come funzionano

Secondo la normativa governativa emessa con la riforma Fornero i voucher possono essere utilizzati per pagare qualsiasi tipo di lavoro a patto che sia esclusivamente saltuario. Disponibili negli importi da 10, 20 e 50 euro ma non netti sono tutti soggetti a tassazione e pagamento contributi. In un anno solare il dipendente occasionale non può inoltre superare la soglia dei 7.000 euro totali percepiti con i buoni lavoro ma soprattutto questi non devono essere rilasciati tutti da uno stesso datore.

Un singolo committente può pagare sino a 2,000 euro a persona. Questi ticket diventano reali nelle ricevitorie autorizzate al pagamento o presso gli uffici postali.

La nuova prospettiva dei voucher nel 2017

La Corte Costituzionale è in allarme, probabilmente la direzione corretta sarebbe quella di limitare i voucher a determinati settori, lavori e prestazioni per restringerne l'uso e la diffusione combattendo così il precariato e la disoccupazione giovanile.

Un altro aspetto riguarda poi la tracciabilità: i ticket emessi devono infatti essere dichiarati dai professionisti o dalle imprese che li utilizzano come alternativa ai contratti regolari. Al momento infatti, chi non comunica il numero reali dei voucher emessi può essere multato con sanzioni che vanno dai 400 euro sino ai 2.400 euro. Al momento non resta che attendere il verdetto finale in merito ai voucher lavorativi e sperare che questi diventino un valido strumento per i disoccupati e non un'alternativa distruttiva del mondo del lavoro.