La denuncia arriva dai rettori, dai professori universitari e persino dagli accademici della Crusca. In una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, alla ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli e al Parlamento, viene chiesto di riorganizzare i programmi del primo ciclo scolastico.
La dura presa di posizione deriva dalla scarsa preparazione degli studenti che si iscrivono ai corsi universitari: scrivono male, leggono poco e faticano ad esprimersi. Questo l'inclemente giudizio dei professori che ritengono che l'impreparazione sia dovuta a lacune che gli studenti si portano dietro sin dai tempi delle scuole elementari e medie inferiori.
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A questo proposito il quotidiano 'Repubblica' ha intervistato il filosofo Massimo Cacciari, uno dei 600 firmatari della lettera di denuncia. L'ex sindaco di Venezia ha deciso di sottoscrivere l'iniziativa in quanto si confronta continuamente con i colleghi e l'evidenza dei fatti dimostra una situazione disastrosa che si protrae da anni e anni.
Massimo Cacciari ci tiene, però, a difendere gli insegnanti e anche gli stessi studenti. 'La colpa è di chi ha smantellato la scuola disorganizzandola. L’impronta gentiliana è stata contestata e superata - ha dichiarato il filosofo - ma nel momento in cui la si è sostituita non si è potuto lavorare in senso logico.
Abbiamo assistito ad una serie di provvedimenti senza alcun ragionato impianto pedagogico e didattico'.
Massimo Cacciari: 'La colpa non è dei docenti o degli studenti ma di chi ha smantellato la scuola'
Ora che la frittata è fatta, però, bisogna subito invertire la marcia e cercare di rimediare al danno. Secondo Cacciari, bisognerebbe riorganizzare le scuole medie e le superiori sul piano didattico: 'Prima c’era il nucleo forte di materie come latino, italiano, storia e filosofia al classico - sottolinea l'ex sindaco di Venezia - Adesso si tagliano latino e filosofia, veri pilastri per un apprendimento logico.
Alla base di ogni apprendimento ci sono le competenze linguistiche - denuncia il docente universitario - se non si sa leggere, non si sa affrontare un testo scientifico, nè un libro di racconti. E come si fa a divulgare le proprie idee se non si sa scrivere?'