Scuola: i sindacati lanciano l’allarme sulla situazione dei supplenti. Se il governo non armonizzerà la riforma della "Buona scuola" con il piano di assunzioni straordinario nel pubblico impiego, i docenti precari rischiano il licenziamento. E questo potrebbe avvenire entro il 2019 per chi non entrerà in ruolo. Ma andiamo con ordine e vediamo perché.
Scuola: i supplenti in serie B
Il piano di assunzioni straordinario del ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, prevede che per entrare in via definitiva nella Pubblica Amministrazione bastino tre anni di contratti a termine anche non continuativi.
Nel triennio 2018-2020, sarà messo a regime un meccanismo che dovrebbe riservare la metà dei posti disponibili ai precari storici. Ma la riforma della Buona scuola (legge 107/15), al comma 131 ha introdotto il divieto di stipulare contratti di supplenza su posti vacanti oltre i 36 mesi di servizio. E questo a partire dal 1° settembre 2016, come segnala anche "Orizzontescuola.it". Quindi, se in tre anni di contratti a termine il precario della pubblica amministrazione acquisisce un titolo per l'assunzione, il supplente della scuola che non entra in ruolo entro il 2019, invece di essere assunto sarà licenziato e non potrà avere altri contratti.
Scuola: le proteste dei sindacati
Su questa disparità di trattamento si è levata unanime la protesta dei sindacati della scuola.
Cgil, Cisl e Uil, chiedono che il governo corregga le procedure in modo da equiparare tutti i precari del pubblico impiego. Lena Gissi, leader della Cisl scuola, come ha dichiarato anche a “Repubblica”, chiede un intervento del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli. E spiega: "Il piano Madia vale anche per la scuola ad esclusione del reclutamento.
Sarà quindi necessario armonizzare tutto il pubblico impiego con una norma salva-scuola; altrimenti la Corte di giustizia europea ci penalizzerebbe. La disparità è collegata a due forme diverse di precariato. La nostra idea è che si debba mettere a sistema la scuola". Pino Turi, segretario della Uil scuola, segnala invece il grosso problema delle migliaia di supplenti non abilitati, che continuano a insegnare per l'assenza di quelli con l’abilitazione nelle liste provinciali.
Anche loro tra poco più di due anni resteranno senza lavoro. Ma secondo Turi una soluzione c’è: "Per i tanti supplenti di lungo corso senza abilitazione è possibile prevedere una procedura riservata per metterli nelle stesse condizioni di tutti gli altri".
Scuola: le assunzioni fino al 2016
Tra il 2015 e l’anno scorso, con l'obiettivo di sconfiggere il precariato, nella scuola sono già stati assunti 87 mila docenti. Ma questa infornata straordinaria di contratti a tempo indeterminato non è stata sufficiente: nel 2016 sono stati stipulati altri 100 mila contratti di supplenza, anche senza abilitazione. E la scuola pubblica sembra non possa andare avanti senza di loro: per quest’anno si parla di almeno 70 mila contratti di questo tipo.
E c’è chi punta il dito contro il blocco del turn over, come Marco Paolo Nigi, segretario dello Snals, che sottolinea come senza pensionamenti non si liberino nuovi posti di lavoro. E questo non solo nella scuola, ma in tutto il pubblico impiego.