Il Miur ha convocato per martedì 7 marzo i sindacati della Scuola per discutere gli ultimi dettagli relativi all'ordinanza ministeriale per la mobilità 2017/18: probabile quindi che già per fine giornata si possa sapere almeno qualche particolare, anche se di sicuro i docenti ed il comparto scuola in generale dovranno attendere ancora perchè la pubblicazione dell'ordinanza dovrà essere preceduta dalla firma sull'accordo che comprenderà anche le norme per l'assegnazione degli insegnanti da ambito a scuola e la seguente certificazione attuata dal Ministero della Pubblica Amministrazione.
Comunque all'incontro Miur-sindacati di martedì 7 marzo si discuterà delle domande di trasferimento e della mobilità professionale, con particolare riguardo alle tempistiche, alla modulistica e alle procedure burocratiche, da sempre un dedalo tipicamente italiano e un ambito non certo scevro da problematiche, dubbi e questioni ma anche intoppi: vedasi ad esempio la questione di questi giorni relativa al cambio di password sul sito POLIS-IstanzeOnline, rivelatosi alla fine non necessario.
Mobilità docenti anno scolastico 2017/18: i punti in discussione
Tornando alle notizie sulla mobilità per l'anno scolastico 2017/18 di cui l'incontro di martedì, va detto che il punto focale è proprio quello delle regole di assegnazione dei docenti, sul quale purtroppo sembra che una comunione di intenti tra le parti non sia vicina: i sindacati infatti evidenziano come il Miur non voglia fare un passo indietro su due elementi, ovvero i troppi requisiti da rispettare da parte dei docenti e il fatto che sia il dirigente scolastico ad avere la decisione su quali insegnanti incaricare dall'ambito per un triennio.
Da vedere anche cosa si concluderà per quel che riguarda l'eventuale revoca delle domande di mobilità già inoltrate per via telematica.
Non resta dunque che attendere gli avvenimenti, anche se diversi osservatori ipotizzano che l'accordo sulla mobilità per l'anno scolastico 2017/18 potrebbe non recare le firme di tutte le sigle sindacali, nascendo così già foriero di proteste.