Torniamo ad aggiornare le nostre lettrici in merito all'opzione donna presentandovi in anteprima i nuovi commenti in arrivo dal Comitato OD social. "Relativamente ad Ape (anticipo pensionistico) si legge veramente di tutto, non voglio promuovere nulla ma solo invitare ad una riflessione tutti coloro i quali che, ascoltando chi parla alla pancia e dice sempre no a prescindere, non valutano la misura oggettivamente", ha spiegato la fondatrice Orietta Armiliato. "Mi rivolgo al popolo femminile che continua ad invocare l'esaurito istituto dell'Opzione Donna, facendo notare che la metodologia di calcolo applicata alla misura, determina una pensione ridotta mediamente del 30% per sempre, mentre con Ape, stando alle varie simulazioni effettuate, porterebbe una decurtazione pari a circa ad un 17% medio e per 20 anni".

Riforma pensioni: le ipotesi in merito all'uscita anticipata ed al lavoro di cura

Stante la situazione appena evidenziata, le riflessioni di Armiliato proseguono concentrandosi sulle prospettive in arrivo con la nuova riforma. "Se si riuscisse a modificare per la platea femminile la modalità di ingresso che oggi prevede 63 anni di età riducendola in considerazione di quelli che sono comunemente chiamati "lavori di cura", che le donne si sobbarcano da anni sostituendosi a carenze strutturali, sarebbe sicuramente economicamente vantaggiosa e non graverebbe sulle casse dello Stato, ragione per la quale la pur virtuosa misura dell'Opzione Donna, oltre ad altri vincoli, non è stata prorogata" ha evidenziato la rappresentante delle lavoratrici.

"Il mio non è "remare contro" come sicuramente qualcuno malpensante e miope mi addebiterà ma, semplicemente, prendere atto e ragionare nell'interesse di chi auspica ad una soluzione al femminile per pensionarsi anticipatamente" ha concluso Armiliato, invitando le iscritte del Comitato a ragionare sulla questione con serenità e dati alla mano.

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