Settimana decisiva (da lunedì 27 marzo) per il varo dei decreti attuativi dell'Anticipo pensionistico introdotti nella prima fase di riforma Pensioni varata dal Governo Renzi e in via di attuazione. Mentre la prossima settimana, il 9 aprile, prosegua il tavolo di confronto tra Governo Gentiloni e sindacati che cominceranno a discutere della seconda fase degli interventi di rivisitazione del sistema previdenziale che dovrebbero in qualche modo prestare particolare attenzione a giovani e donne, molte delle quali ancora in attesa della proroga fino al 2018 o della "stabilizzazione" della misura sperimentale di Opzione donna.

Pensioni, settimana decisiva per l'Ape: attesi decreti attuativi

Ma adesso i riflettori rimangono puntati sull'Ape. L'esecutivo è in ritardo sui decreti attuativi, ma ha assicurato l'attivazione a partire dal primo maggio prossimo come previsto nella legge di Bilancio 2017. Atteso anche il decreto attuativo della Quota 41 per i lavoratori precoci, non dovrebbe essere per tutti quelli che hanno già versato 41 anni di contributi ma - come previsto nella manovra economico - per i lavoratori invalidi o quelli che assistono parenti con disabilità. Ma il consulente economico di Palazzo Chigi ha parlato di possibili interventi per la Quota 41 per tutti i lavoratori precoci con la prossima legge di Bilancio del 2018.

Si attende anche il decreto Quota 41 per i lavoratori precoci

Intanto si aspetta la partenza dell'Anticipo pensionistico dal primo maggio, le domande per il 2017 andranno presentate entro giugno, mentre poi per il 2018 la scadenza sarà a marzo. Per i lavori più pesanti sono previste due finestre. L'Ape volontario è certamente più costoso è il successo per questo non è assolutamente garantito.

Mentre si prevede il boom di richieste - 35.000 secondo le previsioni del ministero del Lavoro - per l'Ape social rivolto alle categorie disagiate, le cui rate sono a carico dello Stato. Ma rimane il nodo su quali siano i lavoratori che effettivamente potranno usufruirne, come viene sottolineato in un articolo de Il Messaggero oggi in edicola.

L'esecutivo guidato dal premier Paolo Gentiloni vorrebbe intanto comunque una nuova restrizione: quella di aver svolto lavori faticosi almeno negli ultimi sei anni, si punta così a fare in modo che le penalizzazioni per i lavoratori non superino la soglia de 4,7% l'anno.