Probabilmente sono pochi coloro che si sono accorti dello sciopero delle agenzie di stampa e dei giornalisti di TG Sky 24. Eppure la giornata scelta sembrava azzeccata, il 60 anniversario dei trattati di Roma e la visita del Papa a Milano. Si è trattato di una azione senza precedenti, nella storia dell’editoria italiana. Il governo ha optato per l’utilizzo dei bandi di gara europei, sostituendo così l’attuale regime di convenzioni che regola la fornitura dei servizi giornalistici. Una scelta che, secondo le agenzie, comporterà a una riduzione del personale e alla chiusura di diverse redazioni.

Nell'era della globalizzazione e del pressapochismo mediatico, però le notizie sono stata coperte quel tanto che basta per l'utente medio, abituato a commentare solo i titoli sui social ed a imbastire le news fai dai te.

Lo strano silenzio sullo sciopero Sky

Vorrei focalizzare però l'attenzione, sull'adesione allo sciopero della redazione di TG Sky 24. I lavoratori da alcuni mesi, sono in agitazione. per la decisione di ridurre il personale in esubero. Il caso scoppia dopo un post del giornalista Iacopo Savelli, che accusa il colosso della tv satellitare di averlo messo in un angolino dopo 30 anni "Non dormo più da dieci giorni. Ho 52 anni, tra qualche mese 53. Lavoro in televisione da 30, ho una grande esperienza, non faccio pubbliche relazioni, non sono mai stato raccomandato-scrive Savelli-..

Da ieri sono ufficialmente un esubero". Il giornalista fa un amara considerazione, sul fatto di aver accettato comunque un ridimensionamento, che non è servito a salvaguardare il posto di lavoro. Certo sono storie purtroppo già sentite ma lo" strano" caso di Sky è innanzitutto lo scarso seguito della vicenda da parte dei colleghi.

Forse più preoccupati a mantenere una precaria occupazione, o nella cinica prospettiva di vedere indebolire un concorrente. Le due cose non si escludono reciprocamente. Senza sottovalutare, lo scarso appeal popolare, che il ruolo di giornalista sta avendo recentemente.

Sky Italia ha aumentato i ricavi del 30

L'altra anomalia, è nei conti della multinazionale australiana: la tabella dei sei mesi dice di una crescita dei ricavi del 30% (+9% a cambi costanti), superiore dunque alla media di gruppo, ovvero 283 milioni di sterline in più a quota 1,23 miliardi.

I profitti operativi della pay-tv satellitare nel nostro Paese sono balzati a 70 milioni di sterline, in crescita del 141% rispetto ai 29 milioni conseguiti nello stesso periodo del 2015.Il paradosso è che ai lavoratori italiani si voglia far pagare il dazio, degli investimenti sulla Premier League che la Fox di Rupert Murdoch- proprietaria del 61% della tv satellitare- si sta sobbarcando dopo la scalata all'intera proprietà del gruppo.I profitti operativi sono infatti scesi del 9%, a 679 milioni, a causa di un aumento di 314 milioni di sterline dei costi per seguire le squadre del campionato. Con il controllo assoluto di Sky, la Fox - che ha un network di televisione via cavo con Fx e National Geographic - ha una piattaforma di distribuzione europea per la televisione a pagamento e internet. Insomma stesso contenitore per la distribuzione e per la televisione, con seri rischi di monopolio blindato.