Sarebbe dovuta partire dal 1° maggio - come più volte ripetuto in passato da esponenti del Governo - ma alla fine slitterà ancora. L'Ape volontaria e Rita, infatti, avranno una partenza posticipata. Ad oggi non vi è ancora una data precisa ma, stando a quanto riportato da "Il Sole 24 Ore", si parla di maggio inoltrato. Discorso diverso, invece, per quanto concerne l'Ape sociale, la forma agevolata dell'anticipo pensionistico studiato dall'esecutivo che, forte del decreto attuativo firmato dal primo ministro Gentiloni, è attesa per la fine della prima settimana di maggio.

Ape volontaria e Rita, falsa partenza

La scadenza naturale è arrivata, inesorabile: ora si può affermare con certezza assoluta, l'anticipo pensionistico nella sua forma volontaria e la rendita integrativa temporanea anticipata non potranno essere richieste da inizio maggio, come preventivato all'indomani della Legge di Bilancio per il 2017 e in questi ultimi mesi, quando a lungo si sono attesi i decreti attuativi sui provvedimenti inseriti nel testo della finanziaria varata dal Governo Gentiloni. Un ritardo che preoccupa i lavoratori, sopratutto coloro che non hanno i requisiti per accedere all'anticipo pensionistico agevolato (Ape sociale) e che devono per forza di cose ricorrere all'Ape volontaria se vogliono andare in pensione con qualche anno di anticipo rispetto ai 66 anni e 7 mesi richiesti dalla Legge Fornero.

Nella giornata di ieri un approfondimento del Sole 24 Ore ha ribadito l'ipotesi di un rinvio a ben oltre la prima settimana di maggio. Si parla infatti di un eventuale posticipo oltre la metà del prossimo mese. Se la ricostruzione del quotidiano economico fosse confermata, i timori di sindacati e lavoratori aumenterebbero a dismisura.

Nuova protesta

In questo clima infuocato si inserisce la protesta dei lavoratori precoci, che richiedono una quota 41 completa, cioè per tutti i lavoratori che hanno maturato 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. La mobilitazione, organizzata dai sindacati, che hanno messo a disposizione del gruppo dei precoci una serie di pullman per presentarsi alla manifestazione del prossimo 11 maggio, vedrà i precoci chiedere con forza che si faccia qualcosa in più per la situazione altrimenti critica di migliaia di lavoratori, che si ritrovano a lavorare ben oltre i 41 anni di contributi.

Entro pochi anni si raggiungerà la quota 43. Se le cose non dovessero cambiare, si arriverà ad una situazione in cui ai precoci sarà richiesto di maturare fino a 45 anni di contributi.

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