Dopo il nostro ultimo articolo di approfondimento sulle pensioni torniamo ad occuparci di lavoro ed in particolare della nuova protesta indetta presso l'Outlet di Seravalle, nei confronti della decisione di mantenere aperto l'ingresso al pubblico nei giorni delle prossime festività. La risposta dei sindacati non si è fatta attendere, tanto che sono stati organizzati nuovi cortei: vediamo insieme tutti i dettagli dopo l'ultima riunione dei dipendenti.
I picchetti previsti nei giorni delle prossime festività
Partiamo dalle modalità operative della protesta, che inizierà alle ore 9.00 di sabato prossimo e vedrà due assembramenti rispettivamente sulla provinciale 35bis dei Giovi, presso la rotonda che porta in direzione del centro commerciale e presso quella che prosegue in direzione Novi.
Il programma prevede quindi la successiva riunione dei due cortei di lavoratori, che rivendicheranno le proprie ragioni agli automobilisti in ingresso, fino a mettere in atto dei temporanei blocchi di traffico. La protesta prende spunto dalla decisione di mantenere aperto durante le feste di Pasqua, ma tra gli obiettivi si evidenzia la richiesta di adeguare le condizioni lavorative. Nello specifico, si reclamano migliori condizioni contrattuali, a partire da chi lavora con assunzioni a termine o forme interinali.
Camusso: provvedimento sulle liberalizzazioni sbagliato
"Ci siamo trovati di fronte alla decisione assunta in forma unilaterale di ampliare le aperture nei giorni di Pasqua e Santo Stefano" ha spiegato a RepTV Fabio Favola, il Segretario Generale Filcams Cgil di Alessandria.
"Non si lavoro solo a Natale e Capodanno: è un elemento che ha creato un malessere ed ha fatto scaturire una protesta che stiamo cercando di organizzare, con mille problemi legati alle condizioni di lavoratori che fino ad oggi sono stati sempre piuttosto soli ed anche un po' rassegnati". "Siamo vittime di un provvedimento sulle liberalizzazioni che era sbagliato allora ed è sbagliato adesso" ha rimarcato la Segretaria Generale Cgil Susanna Camusso, spiegando che tutto questo avviene "nella convinzione che l'unica attività del tempo libero degli italiani dovrebbe essere quella di circolare per dei centri commerciali".
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