L’attesa si fa sempre più forte ed il ritardo con cui il Governo sta dando attuazione alle novità pensionistiche non ha dissuaso l’Inps dal produrre informazione ai cittadini. Il decreto sull’ape sociale è arrivato alla Corte dei Conti, dopo la firma del Premier Gentiloni ed il passaggio, con qualche intoppo al Consiglio di Stato. Probabilmente, questo sull’Ape agevolato sarà il primo decreto ad essere completato ed a finire in Gazzetta Ufficiale. In sostanza, la prima misura che vedrà aprire i battenti sarà proprio questa, mentre per la pensione ai precoci con quota 41 e per l’Ape volontario, bisognerà avere ancora pazienza.

Solo dopo i decreti, l’Inps avvierà la machina operativa per le domande, emanando la classica circolare e avviando la procedura informatica. Dalle stanze dei bottoni dell’Istituto, come confermato dal presidente boeri, sembra che tutto sia pronto e che anche l’Inps aspetti solo il via libera dei decreti di attuazione.

Ape sociale

Come spiega l’Istituto, l’Ape agevolato prevede un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall’INPS, su richiesta dell’interessato. La misura viene erogata a soggetti che abbiano compiuto almeno 63 anni dal 1° maggio, e che risultano essere soggetti in stato di bisogno. La pensione, o meglio l’indennità, verrà corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o per quella di anzianità, come stabilito dall’ultima riforma Fornero.

La misura resta sperimentale e come recita l’Inps, prevede stanziamenti fino al 2023. Per l’anno in corso, cioè per il primo anno di sperimentazione, la Legge di Bilancio ha destinato 300 milioni per l’Ape agevolato. L’importo dell’indennità, che non prevede tredicesima, non è rivalutabile e non si trasferisce a causa di morte del beneficiario, sarà quantificato ai contributi versati all’atto della richiesta di certificazione all’Inps.

Esso non potrà essere superiore a 1.500 euro al mese . I beneficiari sono disoccupati che da tre mesi hanno terminato di percepire la Naspi, che sono stati licenziati, anche a seguito di procedure di licenziamenti collettivi, di dimissioni per giusta causa o per procedure di conciliazione. In alternativa, bisogna essere invalidi con almeno il 74% di grado di disabilità accertata.

La misura si rivolge anche a soggetti che da sei mesi sono alle prese con l’assistenza del coniuge o di un familiare di primo grado, quindi figli o genitori, con almeno il 74% di invalidità. Per tutti questi, servono almeno 30 anni di contributi versati all’atto della presentazione della domanda. Ne servono 36 per coloro che sono al lavoro in attività gravose e che sono l’altra categoria di soggetti a cui è destinata l’Ape sociale. Sono 11 le categorie tutelate da questa forma di indennità, tra i più importanti, edili, maestre di asilo, camionisti ed infermieri delle sale operatorie.

Ape volontario

La misura per la quale, il relativo decreto oggi è ancora allo stato di bozza è la versione volontaria di Ape.

Si tratta della misura che rappresenta la vera risposta del Governo alla richiesta di flessibilità del sistema previdenziale. L’Ape nella versione a scelta del lavoratore, si può centrare sempre a partire dai 63 anni di età, ma con soli 20 di contributi effettivi. È un prestito erogato da una banca, calcolato in base alla pensione maturata il giorno della domanda e garantito dalla futura pensione di vecchiaia. Anche in questo caso, l’indennità, che per molti è un reddito ponte prestato da una banca, sarà su 12 mensilità all’anno, non rivalutabile e non reversibile. In definitiva, il soggetto beneficiario, otterrebbe una specie di pensione anticipata che restituirà in rate mensili e per la durata di 20 anni, nel momento in cui raggiungerà i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata.

I dubbi che verranno, probabilmente fugati dai decreti attuativi, riguardano gli interessi bancari sulle somme erogate, i nomi delle banche che aderiranno all’iniziativa e l’entità delle spese assicurative sul prestito. L’Inps nella scheda dedicata all’Ape volontario, da per scontata la possibilità che venga offerta l’estinzione anticipata del prestito, per coloro che ne hanno la possibilità e che non voglio avere le prime 260 mensilità di pensione futura, gravate dalla trattenuta mensile per la rata di prestito da restituire. Sembra scontata anche l’assegnazione di un credito di importa pari al 50% delle spese per interessi e assicurazione, per ridurre un po’, l’entità della debito contratto.