Presto, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sull’ape sociale, che ieri 22 maggio, il Consiglio dei ministri ha approvato, sarà possibile presentare domanda. Dopo i passaggi in Consiglio di Stato e Corte dei Conti, Palazzo Chigi ha completato il decreto attuativo dell’Ape sociale. Adesso sarà il momento di passare all’azione, con la possibilità ai soggetti beneficiari, di presentare le domande di accesso alla misura. Gli appunti mossi dal Consiglio di Stato, non hanno prodotto cambiamenti particolari alla misura, anche se non appena saranno pubblicate le istruzioni attuative, andranno verificati i campi di applicazione e le platee dei beneficiari definitivi della misura.

Cambiamenti cospicui potrebbero venire nella prossima manovra finanziaria di fine anno, ma intanto, l’avvio sperimentale dell’Ape sociale è pronto. Ecco cosa bisogna fare e cosa bisogna sapere per accedere alla misura.

Beneficiari

I soggetti ed i requisiti di accesso all’Ape agevolato, restano quelli originariamente predisposti nella Legge di bilancio. Si tratta di soggetti in stato di disagio, lavorativo e di salute. I requisiti generali di accesso restano l’età di 63 anni e 30 anni di contributi versati per disabili e disoccupati. I contributi salgono a 36 se invece si rientra per via delle attività lavorative svolte, cioè i lavori gravosi. I disoccupati che rientrano, devono aver perso il lavoro per licenziamento, anche a seguito di licenziamento collettivo, ma vengono esclusi, salvo predisposizioni diverse in sede di istruzioni attuative, quelli che hanno perduto il lavoro per fine contratto.

Inoltre, resta necessario aver completato la fruizione della Naspi da almeno 3 mesi prima della domanda. Fuori quindi, anche quelli che non hanno avuto la possibilità di percepire la Naspi, non avendone i requisiti. Per gli agricoli invece, dal momento che percepiscono la disoccupazione, l’anno successivo al licenziamento, l’accesso all’Ape slitterebbe di un anno circa, proprio perché vanno centrati i 3 mesi dall’ultima disoccupazione agricola percepita.

Per la categoria invalidi invece, bisogna essere in condizione di disabilità pari ad almeno il 74%. Lo stesso vale per chi ha parenti di primo grado, quindi coniuge, genitori o figli, come soggetti fiscalmente a carico. Poi, ci sono le 11 categorie di lavori gravosi che restano le stesse previste a fine 2016, cioè:

  • Maestre di asilo
  • Facchini
  • Edili
  • Prestatori di assistenza a persone non autosufficienti
  • Camionisti e conduttori di mezzi pesanti
  • Conduttori di treni e personale viaggiante
  • Infermieri ed ostetriche con lavoro in turni
  • Operatori ecologici
  • Conciatori di pelli
  • Gruisti
  • Addetti al settore pulizia

Per costoro, confermata la franchigia di 12 mesi sulla continuità lavorativa di 6 anni, che va centrata negli ultimi 7 prima della domanda di accesso all’Ape.

Domanda

Le istanze sono particolari e divise in due fasi. Prima di inoltrare domanda di Ape vera e propria, bisognerà chiedere all’Inps la certificazione del diritto. In pratica, sarà necessario presentare istanza di certificazione, con l’Inps che deve confermare al richiedente, di avere diritto, in base ai requisiti personali, di beneficiare dell’Ape. Dopo la conferma dell’Istituto, si potrà procedere con la domanda di Ape vera e propria e contestualmente, anche con la domanda di pensione di vecchiaia, che sarà quella valida a 66 anni e 7 mesi. L’istanza di certificazione va prodotta entro il 15 luglio, quindi confermata la proroga alla prima scadenza fissata per il 30 giungo. L’Inps dovrebbe rispondere entro il 15 ottobre e quindi sarà dopo di allora che il beneficiario potrà inoltrare domanda di Ape.

La domanda avrà effetto retroattivo per coloro che hanno centrato i requisiti a partire dal 1° maggio. Inoltre, dagli schemi del decreto, sembra confermata anche che la maturazione dei requisiti debba essere centrata entro fine anno. Per esempio, un disoccupato che termina la Naspi a novembre, potrà comunque presentare la domanda di certificazione entro luglio. Lo stesso dovrebbe valere per chi raggiunge i 63 anni di età o i 30 e 36 di contributi necessari entro fine anno.