Un gruppo di docenti precari della GaE infanzia ha scritto a Matteo Renzi, ex premier e segretario del Partito Democratico. La richiesta degli insegnanti in oggetto al noto politico riguarda una promessa fatta dallo stesso molto tempo fa. I docenti lamentano una mancata attenzione a quanto loro accaduto: essi hanno un contratto di lavoro precario, senza certezze di alcun tipo e non vedono un aiuto da parte della classe politica nello sbloccare la loro situazione.

Docenti precari GaE: lettera al segretario Pd

Questo gruppo di docenti precari si sente quindi escluso ed abbondonato.

Escluso dal piano di assunzioni paventato con la Buona Scuola, all'interno de quale, in un primo momento, sembrava dovessero rientrare anch'essi. Abbandonati poiché, con il passare del tempo, essi hanno potuto constatare di avere avuto riscontro in ciò che sarebbe dovuto essere. Ora, in questa lettera, esprimono tutto il loro disappunto e la precarietà della loro situazione. In una conferenza stampa, Matteo Renzi, aveva annunciato che i docenti precari GaE che a lui si stanno rivolgendo, non avrebbero potuto essere inclusi nel piano di assunzione a causa della disposizione della concretizzazione della riforma 06. L'allora premier promise però di fare il possibile per appianare la situazione.

Non solo: il premier ribadì la sua intenzione di muoversi in favore dei docenti precari della GaE infanzia, mentre si trovava al sud Italia per promuovere la sua attività elettorale e confermò nuovamente quanto detto anche a seguito di un meeting con un gruppo di docenti della GAE INFANZIA. Così però non è stato ed ora la situazione degli insegnanti non è cambiata.

La richiesta dei docenti è quindi la seguente: avere un contratto di lavoro che permetta alle 16.000 docenti storiche di essere stabilizzate. La richiesta ha anche lo scopo di garantire un'istruzione migliore agli alunni della scuola d'infanzia che sono inseriti all'interno di classi in sovrannumero e che quindi non ricevono anch'essi il giusto trattamento.

Infine, la lettera si conclude con i docenti che asseriscono, come è giusto che sia, di avere diritto allo stesso trattamento riservato ai colleghi che hanno potuto beneficiare di quanto disposto dalla legge 107 e con quanto disposto dall'articolo 1 della Costituzione. Non resta che attendere un'eventuale risposta di Matteo Renzi e di sperare in un trattamento quanto più equo possibile.