Questo concorso è certamente quello più ambito degli ultimi anni (oltre 300.000 domande) ma anche quello più bersagliato in virtù delle molteplici irregolarità riscontrate nelle modalità di svolgimento. Non bastavano le polemiche sorte a seguito della riconvocazione di circa 5000 candidati che si sono ripresentati il 31 maggio per risostenere le prove preselettive o l’interrogazione sulla trasparenza delle prove preselettive. Stavolta invece è stato contestato il bando stesso in quanto conterrebbe clausole discriminatorie relative al requisito della cittadinanza che dovrebbero avere tutti i partecipanti.
La clausola incriminata: art. 3 del bando di concorso
Il ricorso proposto al Tribunale di Firenze tende a contestare l’art. 3 del bando di concorso secondo il quale è necessario avere la cittadinanza italiana per essere ammessi alla prova concorsuale. Invece il successivo art. 4 fissa in 30 giorni dalla data di pubblicazione del bando il termine per la presentazione delle domande di ammissione. Ebbene, la ricorrente (di nazionalità albanese) in base a quanto previsto dal bando, non avrebbe i requisiti per partecipare al concorso, al pari degli altri stranieri che avessero presentato la domanda. Secondo la ricorrente la previsione di tale requisito sarebbe illegittima in quanto costituirebbe una discriminazione diretta e/o indiretta, sia individuale che collettiva, ed in quanto tale vietata dal diritto dell'U.E.
e dal diritto interno, pertanto è stato domandato al Giudice di adottare tutte le misure necessarie, anche in via d'urgenza, al fine di rimuoverne gli effetti pregiudizievoli per i soggetti preclusi, in quanto discriminati.
L’ordinanza di sospensione del concorso
Il ricorso è stato proposto al Tribunale di Firenze civile Sezione Lavoro, in quanto trattasi di giurisdizione esclusiva del G.O.
Ciò in quanto le disposizioni normative vigenti in materia di tutela contro i comportamenti e gli atti discriminatori vietati posti in essere da soggetti privati e pubblici (art. 44 del D.lgs. n. 286/98. D.Lgs. 215/03 e art. 28 D.Lgs. n. 150/11), demandano le relative controversie alla cognizione del giudice ordinario anche nelle ipotesi in cui si tratti di sindacare atti e/o comportamenti adottati e posti in essere dalla p.a.
Il giudice del lavoro ha ordinato la sospensione almeno fino all’esito del giudizio di merito sulla riammissione della donna, la cui udienza si terrà a dicembre 2017. Il giudice il 27 maggio ha dato (provvisoriamente) ragione alla ricorrente, intimando al ministero di Giustizia di riammetterla al concorso (sia pure con riserva) unitamente a tutti gli altri candidati comunitari e non comunitari in regola con i permessi. Ha altresì ordinato la sospensione del concorso, testualmente, “sino alla conclusione del giudizio di merito fissato a dicembre in modo da permettere ai cittadini comunitari e agli stranieri di essere rimessi in termini”.
Il reclamo dell’Avvocatura di Stato
Avverso l’ordinanza di sospensione del concorso è stato prontamente proposto il reclamo al collegio da parte dell’Avvocatura dello Stato affinché lo stesso si pronunzi sulla sospensione dell’ordinanza di sospensione: un decreto di palazzo Chigi del 1994 stabilisce proprio che per posti come quelli nel settore giudiziario non si può prescindere dalla cittadinanza italiana.
Con motivazioni precise tuttavia il giudice del lavoro di Firenze ha ribadito come il vincolo della cittadinanza italiana stabilito nel 1994 e previsto per i cancellieri non è più compatibile con la giurisprudenza comunitaria e con il principio della «tutela dell’interesse nazionale».
In pratica il Collegio ha 20 giorni di tempo dalla proposizione del ricorso per decidere (anche modificando l’ordinanza) se sospendere o meno il concorso fino alla decisione del giudizio di merito, oppure farlo andare avanti nelle more del giudizio. Ciò proprio in considerazione del fatto che l’udienza che deciderà definitivamente sull’ammissione della ricorrente si terrà a dicembre 2017, quindi abbastanza lontano, al fine di non pregiudicare coloro che hanno già superato le prove preselettive ed hanno quindi serie aspettative di vittoria. Insomma non resta che attendere. Per restare aggiornato sulle novità di diritto e lavoro premi il tasto Segui accanto al nome dell’autore dell’articolo.