Con la riforma del lavoro Jobs Act, è stato introdotto l'assegno di ricollocamento. Tale assegno va ad affiancarsi alla NASPI, ASDI e tutte le altre indennità di disoccupazione; nello specifico, l'assegno di ricollocazione è in realtà un voucher (che non deve essere affatto confuso con il voucher INPS per ciò che concerne il Lavoro occasionale). La prima fase della procedura per ottenere tale assegno è quella di iscriversi al Portale Unico Registrazione soggetti alla ricerca di lavoro, al fine di comunicare la propria disoccupazione e quindi la propria disponibilità ad un impiego lavorativo.

Chi può beneficiare dell'indennità

La domanda di indennità di disoccupazione (NASPI e ASDI prima elencate) è utile per comunicare la propria disponibilità lavorativa. Al termine di un periodo di non oltre 60 giorni, il richiedente disoccupato viene contattato per valutare tutte le opportunità lavorative sulla base del suo profilo di occupabilità. L'assegno di ricollocamento o ricollocazione, potrà essere richiesto sia dai soggetti che hanno ricevuto perlomeno 4 mesi di indennità, sia da coloro che sono in serio rischio di disoccupazione (coloro che sono in Cassa Integrazione in deroga, coloro che sono stati sospesi in seguito ad una procedura concorsuale del proprio datore di lavoro ovvero i soggetti in contratti di solidarietà).

Tra gli aventi diritto, anche i parzialmente disoccupati

L'assegno di ricollocamento potrà inoltre essere richiesto anche dai soggetti che versano in condizioni di disoccupazione parziale; si fa riferimento a tutti coloro che, pur svolgendo attività lavorativa autonoma o indipendente, hanno un reddito annuo inferiore a quello minimo previsto dall'IRPEF, essendo pertanto esentati dal porre in essere la dichiarazione dei redditi.

Lavoro 2017, importi previsti dell'assegno di ricollocazione

L'assegno di ricollocamento, dunque, ben si distingue dall'indennità di disoccupazione NASPI o ASDI. Tale voucher, che ricordiamo non è tassabile, può essere utilizzato per compiti o funzioni di politiche attive presso i più comuni Centri per l'impiego. L'importo al quale si potrà avere diritto, dipende dalla propria occupabilità, in un rapporto inversamente proporzionale: minore sarà la propria occupabilità, maggiore sarà l'importo spettante e viceversa.

Gli importi previsti vanno da un minimo di 1500 euro ad un massimo di 4000 euro.

Le conseguenze se si rifiuta un lavoro

Al fine di trovare lavoro, il soggetto disoccupato potrà rivolgersi ad una qualsivoglia struttura privata o pubblica, che godrà della sovvenzione statale o regionale solo nel caso in cui riesca a trovare effettivamente un'occupazione al soggetto richiedente. Qualora quest'ultimo dovesse rifiutare un'offerta lavorativa, idonea al proprio profilo lavorativo precedentemente tracciato, si subirà come diretta conseguenza la riduzione o in alcuni casi la sospensione dell'indennità di disoccupazione.