Ora che sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i primi decreti attuativi riguardanti l'APE sociale e la Quota 41 per i precoci, l'attesa si sposta sulle altre opzioni di prepensionamento previste con la Legge di bilancio 2017. Lo sanno bene i lettori della nostra rubrica "Parola ai Comitati" e della pagina Facebook "Riforma Pensioni e lavoro", che ci chiedono di fare il punto della situazione non potendo vantare i requisiti utili per poter accedere alle prime due opzioni di prepensionamento approvate negli scorsi giorni. Per queste persone il focus si sposta su altre tre misure, ovvero l'APE volontaria, la versione aziendale e la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata dei fondi pensione.
Vediamo insieme di cosa si tratta e quali sono le ultime novità al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.
Uscite flessibili 2017, per l'APE volontaria è attesa ancora la firma del Premier
Partiamo con il dire che il percorso per l'approvazione definitiva dell'APE di mercato e delle misure collegate dovrà seguire lo stesso già assolto per l'APE sociale e la Q41. Al momento i provvedimenti sono quindi in attesa di ricevere le firme del Premier, per poi essere vagliati dal Consiglio di Stato. Seguiranno quindi le probabili modifiche operative per adeguare il testo al parere espresso dai giudici, mentre l'ultimo passaggio riguarderà la verifica della Corte dei Conti. Solo allora il decreto potrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Nel mentre, si dovranno anche chiudere gli accordi con Abi e Ania, chiamate a siglare le convenzioni sul finanziamento di mercato a cui dovrà ricorrere il lavoratore per il prestito pensionistico, oltre che sull'assicurazione in grado di garantire i familiari in caso di premorienza.
Pensioni anticipate: come funzionano l'APE di mercato e quella aziendale
Per capire meglio la complessità del meccanismo, bisogna ricordare ai lettori che l'APE volontaria consente di anticipare l'uscita dal lavoro rispetto alla pensione di vecchiaia a partire dai 63 anni di età, purché si disponga presso l'Inps di almeno un ventennio di versamenti e si possa vantare un futuro assegno Inps non inferiore alle 700 euro circa.
Il prepensionamento avviene tramite la sottoscrizione di un prestito ponte che sarà rimborsato su base ventennale ed il cui costo ricadrà sul futuro pensionato, seppur "calmierato" dalle agevolazioni di legge (come ad esempio il tasso convenzionato o la possibilità di portare in detrazione gli interessi passivi dalla dichiarazione dei redditi). L'APE aziendale sarà invece uno strumento a cui potranno ricorrere le imprese con l'esigenza di rinnovare i propri organici. In questo caso il meccanismo di funzionamento complessivo resta lo stesso, ma sarà il datore di lavoro a farsi carico dei costi di uscita per conto del lavoratore.
La Rendita Integrativa dei fondi pensione legata al nuovo decreto attuativo
Vi è poi un'altra misura di prepensionamento destinata a restare strettamente legata all'APE volontaria, pur facendo riferimento in via esclusiva alla previdenza privata. Si tratta della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, conosciuta anche come RITA. Grazie a questo strumento il lavoratore potrà fruire del proprio montante accumulato all'interno del fondo pensione attraverso la restituzione dello stesso in forma rateizzata, per un numero di accrediti mensili corrispondenti ai mesi mancanti alla data di quiescenza. Il ritardo accumulato sull'APE volontaria sta però rallentando anche questa possibilità di uscita, visto che l'eventuale fruizione resta legata alla certificazione dei requisiti Inps previsti per l'anticipo di mercato.
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