Le ultime notizie sulla riforma pensioni, ad oggi, martedì 21 giugno 2017, sono relative alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in merito all'allarme lanciato in relazione all'innalzamento dell'età pensionabile a partire dal 2019. Parleremo, inoltre, di come stanno procedendo le operazioni riguardanti la presentazione delle domande per l'Ape Sociale e per i precoci che, solamente da sabato scorso, hanno ricevuto il via libera per l'invio delle istanze.

Pensioni, notizie oggi 21 giugno 2017: Poletti sull'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni

Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche divampate negli ultimi giorni a proposito del temuto innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019. 'Non abbiamo allo studio alcun provvedimento - ha sottolineato Poletti - di nessun tipo', sottolineando che la soglia resta a 66 anni e 7 mesi. C'è da chiedersi, comunque, anche quando riprenderà il confronto Governo-sindacati per quanto concerne la cosiddetta fase 2 della riforma Pensioni, all'interno della quale si dovrebbe discutere anche dell'ipotesi di differenziazione dell'età di pensionamento a seconda dell'attività lavorativa svolta.

Ultime notizie pensioni ad oggi 21 giugno 2017: domande Ape sociale e precoci, è già caos

Per quanto riguarda le domande di accesso agli anticipi pensionistici, i sindacati stanno vivacemente protestando per i tempi estremamente ristretti a disposizione dei richiedenti. In un comunicato stampa, l'Inca Cgil ha rimarcato questo aspetto, sottolineando come si stia sempre più diffondendo la psicosi di non riuscire ad arrivare in tempo visto che non tutti coloro che presenteranno la domanda potranno assicurarsi il beneficio del pensionamento anticipato, dato che i fondi a disposizione sono limitati.

Infatti, nello stilare la graduatoria, dopo la scadenza del 15 luglio, l'Inps non terrà solamente conto dei requisiti anagrafici, contributivi e soggettivi relativi a ciascun aspirante ma, a parità di condizioni, il fattore discriminante sarà rappresentato dalla data e dall'ora di presentazione della domanda. La Cgil, inoltre, ha sottolineato come la procedura vada a danneggiare chi non ha la possibilità di avere a disposizione (non certo per colpa sua) tutta la documentazione necessaria per la domanda, ovvero la certificazione, da parte dell'azienda, comprovante l'attività svolta dal lavoratore in mansioni gravose per gli anni richiesti.

Queste domande potrebbero arrivare troppo tardi, con il rischio che i fondi a disposizione siano già terminati: tutto questo per cause non certamente imputabili al lavoratore. Per queste ragioni si chiede all'Inps che la procedura venga modificata in modo da garantire parità di condizioni di accesso a tutti.

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