Continua a tenere banco incessantemente l'argomento più che mai di attualità della riforma Pensioni 2017 ed è tornato a parlare Cesare Damiano. Dopo aver parlato dell'uscita anticipata come un meccanismo infernale, anche sull'aspettativa di vita che va ad incidere sull'età pensionabile non ha avuto certamente parole al miele. Infatti il presidente della commissione Lavoro alla Camera si è espresso dicendo che la norma sull'aspettativa di vita, introdotta dal governo Berlusconi nel 2010, che va ad incrementare periodicamente l'età per accedere alla pensione, andrebbe soltanto abrogata.
Riforma pensioni: un vero e proprio controsenso per Damiano
Cesare Damiano ha commentato dunque in questo modo il prossimo decreto direttoriale che porterà entro la fine di quest'anno l'età pensionabile ad essere innalzata ancora a partire dall'1 gennaio del 2019, sia per gli uomini che per le donne. Per il presidente è un vero e proprio paradosso che va in controtendenza con le scelte fatte fino a questo momento per quanto riguarda la pensione anticipata tramite Ape social e Quota 41 per i lavoratori precoci.
Come già accennato, infatti, l'incremento dell'età pensionabile in base all'aspettativa di vita è previsto da una legge introdotta nel 2010. Tale norma prevede che i requisiti di accesso alle prestazioni previdenziali devono essere adeguati agli aumenti della speranza di vita ogni due anni a partire dal prossimo adeguamento che scatterà nel 2019.
I 66 anni e sette mesi attuali andrebbero a diventare con tutta probabilità tra i 66 anni e otto mesi e i 67 anni. Chiaramente la scelta definitiva dipenderà dai risultati presentati dall'Istat proprio a riguardo.
E Cesare Damiano non le manda certamente a dire perché ha affermato che mandare i lavoratori in pensione addirittura più tardi di quanto fa la Germania non è un vantaggio per nessuno.
Anche se a pagare il prezzo più salato sono ovviamente i giovani che non entrano nel mondo del lavoro anche per questo motivo. Per il presidente della commissione Lavoro alla Camera sarebbe opportuno che il Governo prenda provvedimenti utili per non procedere in questa direzione. Affrontare il tema della cosiddetta Fase 2 potrebbe essere in questo contesto utile, visto che prevede anche il blocco dell'aspettativa di vita per chi svolge mansioni usuranti.
Partire da lì per estenderlo anche ad altre categorie di lavoratori.
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