Con la chiusura delle domande di pensione anticipata per la quota 41 dei precoci e dell'Ape sociale, e in attesa dei decreti attuativi dell'antcipo pensionistico volontario, i tavoli al Governo in tema di Pensioni si concentreranno sui giovani, ovvero su chi oggi ha fino a 37 anni e, quindi, su chi ricada interamente nel meccanismo previdenziale contributivo. In generale su chi abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Varie le ipotesi di riforma delle pensioni, sia anticipate che di vecchiaia: proprio negli ultimi giorni era emersa la possibilità di garantre un assegno mensile di 650 euro per i contribuenti giovani che abbiano almeno venti anni di contributi.
Si tratterebbe di un correttivo date le difficoltà del sistema contributivo: innanzitutto, un siffatto meccanismo non prevede l'integrazione al minimo di pensione come accade per i sistemi previdenziali precedenti. E, in secondo luogo, aspetto più importante, la carriera lavorativa dei nati dal 1980 è, almeno nei numeri, caratterizzata da periodi di vuoti lavorativi, da disoccupazione e da contratti precari.
Requisiti pensione di vecchiaia e anticipata 2017: età di uscita e contributi
Ovviamente, l'intervento sulla pensione anticipata e di vecchiaia delle generazioni del contributivo dovrà andare di pari passo con i correttivi sul mondo del lavoro, garantendo il più possibile una carriera sicura.
Attualmente, fa l'esempio il Corriere della Sera di oggi, un contribuente nato nel 1980 potrà andare in pensione anticipata nel 2047 con 66 anni e cinque mesi di età e con venti di contributi. Purché l'assegno di pensione che maturi nel frattempo arrivi ad essere 2,8 volte superiore a quello sociale. Spiegata in numeri, la pensione futura dovrà essere superiore ai 1.050 euro netti.
Per la pensione di vecchiaia, invece, occorrerà l'età di 69 anni e cinque mesi, prevista per il 2050, venti anni di contributi ed una pensione futura di 1,5 volte superiore a quella sociale.
Pensioni anticipate e di vecchiaia 2017 e limiti alla pensione sociale
E' facile intuire che la pensione per le generazioni più giovani, data la discontinuità lavorativa, sarà più difficile da raggiungere e favorirà quei lavoratori che abbiano avuto una carriera lineare, sia per l'importo della pensione che per il raggiungimento dei requisiti.
Un'altra proposta di riforma delle pensioni, pertanto, vorrebbe che si eliminassero i limiti minimi della pensione anticipata e di quella di vecchiaia in rapporto all'assegno sociale (rispettivamente, 2,8 e 1,5).