L'aumento dell'aspettativa di vita farà andare i lavoratori in pensione anticipata e di vecchiaia sempre più tardi. Si arriverà, dal 2017 al 2050, dagli attuali 63 anni e 7 mesi ai 67 anni per la pensione anticipata e dai 67 anni e 7 mesi ai 70 anni per la pensione di vecchiaia. In più, l'assegno di pensione sarà sempre più basso: al ritiro da lavoro, si guadagnerà fino al 30 per cento in meno rispetto ai lavoratori che stanno andando ora in pensione. E' lo studio pubblicato da Il Messaggero di oggi 30 giugno, che riprende i dati dell'Istat sulle Pensioni future di circa cinquemila lavoratori nati negli anni '80, ovvero i contribuenti che oggi hanno fino a 37 anni: ma, in generale, gli effetti del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo farà lavorare di più e guadagnare di meno un po' tutte le generazioni.

Pensione anticipata 2017, novità uscita fino al 2050: requisiti sempre più inaccessibili

Per la pensione anticipata, rispetto a quanto avviene oggi, appena il 40 per cento dei contribuenti potrà lasciare prima il lavoro rispetto alla pensione di vecchiaia. Per quest'ultima, fermo restando il requisito dei venti anni di contributi, l'età di uscita si alzerà progressivamente a 67,3 nel 2021/22, a 68 nel 2027/28, a 69 nel 2037/38 fino ai 70 anni del 2049/50, aumentando di tre mesi per ogni biennio fino al 2035 e di 2 mesi fino al 2050. Ma anche la pensione anticipata avrà la stessa progressione della pensione di vecchiaia nell'aumento dell'età minima di uscita. L'impatto sulle pensioni future risulterà amplificato anche sugli importi mensili: considerando il Pil fortemente deficitario rispetto al valore dell'1,5% calcolato dall'Inps nelle buste arancioni e i buchi contributivi per la precarietà lavorativa soprattutto delle generazioni più giovani, l'assegno di pensione sarà del 25-30 per cento in meno rispetto a quello attuale.

Pensioni di vecchiaia 2017 e pensione anticipata futura: riduzione importi e aumento requisiti età

E, pertanto, se la pensione lorda di vecchiaia attuale si attesta sui 1.703 euro medi, in futuro l'assegno scenderà a 1.593 euro. Scenderà, pertanto, il tasso di sostituzione medio, ovvero la percentuale della pensione rispetto all'ultimo stipendio percepito.

In futuro si attesterà al 62 per cento. In più aumenterà l'età media del ritiro. Se al giorno d'oggi si va in pensione di vecchiaia tra i 65 ed i 67 anni (le possibilità di uscita con la pensione anticipata riducono questa età a poco più di 60, secondo i dati forniti dall'Inps), in futuro l'età media della pensione salirà vertiginosamente a 70 o a 75 anni a seconda della situazione lavorativa personale, ma anche dello scenario economico nazionale.