Dal 10 luglio le famiglie italiane possono utilizzare un nuovo strumento per regolarizzare il lavoro della collaboratrice domestica o della badante. Si chiama libretto famiglia e di fatto sostituisce i vecchi e contestati voucher. Uno strumento che ha coperto immediatamente il vuoto normativo lasciato dall’abolizione dei voucher e che punta allo stesso obiettivo del predecessore, cioè l’emersione del lavoro nero e la possibilità offerta alle famiglie di regolarizzare un dipendente, senza dover necessariamente stipulare un contratto di lavoro domestico vero e proprio.
Naturalmente, il nuovo strumento può essere utilizzato solo in determinate circostanze ed entro determinati limiti.
Quando utilizzare il nuovo buono lavoro
Come riporta il sito web di informazione investireoggi.it, i nuovi libretti lavoro sono utilizzabili in determinati casi. Innanzi tutto, il libretto si riferisce a lavoro occasionale e non continuativo. In pratica una badante o una colf al lavoro quotidianamente, non potrà essere pagata con i buoni. In linea di massima, i buoni servono per piccoli lavori domestici, giardinaggio, pulizia e manutenzione oppure per assistenza bambini, anziani o bisognosi di aiuto, come invalidi o disabili. Al limite legato alla tipologia di lavoro da pagare si affiancano i limiti economici.
In pratica, il libretto famiglia potrà essere utilizzato per un unico lavoratore, purchè non si superi la soglia di 2.500 euro annui. Il limite si raddoppia ed arriva a 5.000 euro per pagare due o più lavoratori. Nessuna possibilità di pagare lavoratori che da 6 mesi sono all’opera preso lo stesso datore di lavoro, trasformando il contratto di lavoro in essere per sfruttare questo nuovo veicolodi pagamento.
Valore del voucher e come utilizzarli
L’utilizzatore dei voucher, cioè il datore di lavoro potrà richiedere i buoni solo registrandosi on line con la procedura telematica predisposta dall’Inps. Lo stesso vale per il lavoratore, quello al quale verrà pagato il corrispettivo della prestazione con il buono. I buoni non sono generici ma nominativi e pertanto, il datore di lavoro è tenuto a comunicare i dati del lavoratore, il luogo di lavoro, il salario pattuito e la durata del lavoro.
L’operazione va effettuata entro il terzo giorno del mese successivo a quello nel quale la prestazione è stata effettuata. Contestualmente alla messa in opera della procedura da parte del datore di lavoro, il lavoratore viene avvisato via mail o SMS dall’Inps che a sua volta in 15 giorni provvederà a pagare il controvalore del nuovo voucher al prestatore d’opera. Il libretto famiglia è suddiviso in buoni dal valore di 10 euro ciascuno. Al lavoratore l’Inps pagherà però solo 8 euro perché gli altri 2 saranno destinati al pagamento dell’Inail, dei contributi da versare alla gestione separata e dalle spese gestionali.