Cesare Damiano è un fiume in piena. Le ultime notizie sulle pensioni, aggiornate ad oggi venerdì 25 agosto, hanno per protagonista l'ex ministro del Lavoro, che attraverso una nota sul proprio sito ufficiale ha espresso le proprie perplessità, per usare un eufemismo, nei confronti della legge Richetti sui vitalizi, quella votata alla Camera dei Deputati, che dovrà in autunno passare l'esame del Senato, fatto questo non scontato, anzi. In secondo luogo, l'esponente dem se l'è presa anche con la legge Fornero, riaprendo dunque la discussione sulla riforma previdenziale del 2011, quando al governo c'era il premier Mario Monti.

Sì al taglio dei vitalizi, non al ricalcolo

In riferimento alla legge sul taglio dei vitalizi, Cesare Damiano si è detto d'accordo sulla riduzione dei privilegi di parlamentari e consiglieri, senza però andare ad adottare il ricalcolo contributivo dei vitalizi in essere. Una distinzione importante, in quanto il testo della legge Richetti, votato alla Camera prima dell'inizio della pausa estiva e accolta con giubilo da Pd e Movimento 5 Stelle, afferma che il taglio si basa su un ricalcolo della pensione percepita attualmente dai soggetti interessati.

Secondo Damiano, al Senato in autunno sarà necessario modificare il provvedimento votato alla Camera, eliminando la parte riguardante il ricalcolo delle Pensioni in essere, e non solo perché la misura, in un futuro neanche troppo lontano, potrebbe essere poi estesa anche a quelle persone che di pensione percepiscono un assegno di 1.000 euro, con effetti devastanti sul bilancio famigliare.

Infatti, il rischio, qualora passasse così la legge, è che la Corte Costituzionale si pronunci sulla sua incostituzionalità, tema già sollevato in più di un'occasione sia prima che dopo il voto a Montecitorio.

Stoccata alla Fornero e a Tito Boeri

Nel suo intervento Cesare Damiano non si è risparmiato, ed ha allargato la discussione alla riforma della Fornero, parlando di gravi conseguenze sociali, visibili ancora oggi, a distanza di 6 anni, e riproponendo un concetto caduto nel dimenticatoio, quello della troica europea.

L'ex ministro, così facendo, sembra quasi voglia scongiurare l'idea di un secondo governo tecnico in Italia dopo l'esperienza non proprio esaltante dell'esecutivo guidato da Mario Monti, con la Fornero ministra del Lavoro.

E ancora, per rafforzare la propria tesi, Damiano ha ricordato la proposta di Tito Boeri, il quale aveva rilanciato l'idea di un ricalcolo delle pensioni a partire dai 3.500 euro mensili, trattamenti previdenziali già in essere.

Ultimamente poi, il presidente della Commissione Lavoro alla Camera è molto attivo circa la richiesta di un congelamento dell'aspettativa di vita, o quantomeno di una sua revisione, in vista della decisione che dovrà essere presa dalla politica in autunno sullo scatto automatico dell'età pensionabile a 67 anni dal 1° gennaio 2019. Sull'argomento si è espresso da poco Giuliano Poletti, rinviando ogni discorso all'autunno, in attesa dei dati Istat.