Arriva un nuovo monito dalla Ragioneria dello Stato in merito alla vicenda della sterilizzazione dell'aspettativa di vita. Il parametro è stato molto discusso nelle ultime settimane, con un dibattito pubblico e politico che ha riguardato principalmente il prossimo aumento dell'età minima di pensionamento a 67 anni a partire dal 2019. La misura dovrebbe infatti scattare definitivamente in autunno, ma dal Parlamento si è registrata l'opposizione bipartisan degli ex Ministri del Lavoro Damiano (PD) e Sacconi (AP). Nella serata di oggi è però arrivato un nuovo allarme da parte dei tecnici del Mef, che hanno puntato il dito contro un'eventuale intervento di neutralizzazione della misura.
Lo stop all'Aspettativa di vita rende meno sostenibile la previdenza pubblica?
Stante quanto appena riportato, il rischio al quale si andrebbe incontro sarebbe di indebolire il sistema previdenziale pubblico, creando problemi tanto a livello di sostenibilità quanto riguardo "il livello delle prestazioni". Dalla RdS si richiamano inoltre gli accordi sugli automatismi e le clausole di salvaguardia richieste dalla Commissione Europea e dalla BCE per mantenere in ordine i conti. Ne consegue che il nuovo dossier tecnico sottolinea come eventuali modifiche destinate "non tanto a sopprimere esplicitamente gli adeguamenti automatici sulle Pensioni (inclusi gli scatti di età) ma a limitarli, differirli o dilazionarli, determinerebbero comunque un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema".
Riforma pensioni e AdV: la risposta dal Parlamento
Non si è fatta attendere la risposta dal Parlamento, dove il Presidente della Commissione lavoro al Senato ha voluto precisare l'interno della propria iniziativa. "Con il collega Damiano ho ipotizzato non certo di cancellare il collegamento tra aspettativa di vita ed età di pensione, ma di rallentare l'automatismo per garantire una minima fase di transizione alle generazioni adulte e una riflessione su quelle più giovani", ha specificato Sacconi.
Secondo l'ex Ministro del lavoro, non ci sono state simili reazioni di difesa nel momento in cui si sono votate deroghe e salvaguardie su posizioni specifiche, anche quando queste hanno necessitato di coperture più ingenti, con la conseguenza che "più si segmentano i pensionandi, più si creano ingiustizie". Al contrario, per il Senatore "la buona politica deve essere capace di coniugare sostenibilità finanziaria e sociale".
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