Dal 1° gennaio 2018 entra in scena il Rei, l’ormai famoso Reddito di Inclusione sociale. L’iter della misura procede spedito e con l'approvazione da parte delle commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera dei Deputati, si va verso l’ok definitivo. Il Rei sarà la prima misura unica di contrasto alla povertà di cui si sia mai dotata la nostra Nazione e andrà a sostituire anche l’assegno di disoccupazione Asdi. Sembra che già dal 1° dicembre prossimo si potranno iniziare a presentare le domande, come prevede la Legge Delega sul Contrasto alla povertà.

Over 55

Il Rei oltre a cancellare l’Asdi, andrà a sostituire il Sia, il Sostegno all’Inclusione Attiva. In pratica, i soggetti disagiati avranno nel Reddito di Inclusione l’unico strumento richiedibile in grado di tamponare temporaneamente la loro situazione di disagio. La misura non è altro che un beneficio economico erogato su base mensile con un importo che sarà compreso tra i 190 euro al mese per una persona sola, fino a 490 euro circa per famiglie con 5 o più componenti. Evidente il bacino di applicazione che va da famiglie a basso reddito o numerose a nuclei familiari composti da una sola persona, che però deve essere disoccupato involontario e con una età superiore ai 55 anni.

ASDI

Proprio il fatto che il Rei sarà appannaggio di soggetti over 55 che hanno perso lavoro e che non riescono a trovarlo è il motivo per il quale il Rei sostituirà l’Asdi.

L’assegno di disoccupazione infatti viene erogato proprio a soggetti con età pari o superiore a 55 anni che hanno terminato di percepire la naspi. Con il Rei non ci sarà più bisogno di quello che a tutti gli effetti era un prolungamento dell’indennità di disoccupazione Inps, la Naspi appunto. Cambiano gli adempimenti, perché al Rei si accederà tramite l’Isee, l’indicatore della situazione reddituale della famiglia che viene utilizzato per le richieste delle più svariate prestazioni assistenzialistiche.

Il Rei verrà erogato secondo una componente identificativa dei soggetti o delle famiglie bisognose. Essendo una misura che oltre all’aiuto economico, cerca di includere socialmente i beneficiari, sarà fatta una valutazione dello stato di bisogno reale dei percettori del Rei. Si valuterà la componente reddituale, quella formativa, la possibilità di rioccupazione, la situazione abitativa e così via.

Tutti dati che serviranno per approntare i percorsi di ricollocazione sociale per il nucleo familiare disagiato.

Resta la Naspi

Come dicevamo, addio alla Asdi e quindi per i disoccupati resta solo la Naspi. Rispetto alle norme con cui fu lanciata, la Naspi nel 2017 ha subito solo piccole modifiche. Una di recente attuazione è l’ennesima salvaguardia per gli stagionali che per la durata della Naspi potranno riutilizzare i periodi di lavoro utilizzati per percepire Aspi e Mini Aspi. Un modo di allungare la Naspi per i lavoratori degli stabilimenti balneari che rischiavano di essere notevolmente penalizzati dalla misura. La Naspi viene erogata per un massimo di 24 mesi ed in linea generale, per la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente la perdita del lavoro.

Dal 2017 poi, anche la Naspi è collegata alla ricerca di lavoro dei beneficiari. I percettori del sussidio infatti devono sottoscrivere il patto di servizio presso i centri per l’impiego. Si tratta di una dichiarazione di disponibilità a partecipare ai programmi formativi per loro predisposti o a rispondere positivamente alle eventuali proposte di lavoro che arriveranno. Lo stesso meccanismo che potrebbe essere utilizzato per i beneficiari del Rei.