Continua a tenere banco in maniera incessante l'argomento della riforma Pensioni 2017, tematica più che mai diventata di fortissima attualità e che suscita tante polemiche tra i lavoratori del nostro paese. In particolare, dopo le recenti dichiarazioni sul confronto Governo-Sindacati di Cesare Damiano, si torna a parlare di ape volontaria, l'anticipo pensionistico volontario e aziendale che ha accumulato ormai quattro mesi di ritardo rispetto all'1 maggio, data prevista inizialmente per la partenza ufficiale. E secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore sarebbero ben 160mila i lavoratori alla finestra in attesa di indicazioni utili.

Riforma pensioni: mancano ancora diversi elementi per l'avvio dell'APe volontaria

L'attesa è tutta per la fantomatica firma che dovrà essere posta sul decreto da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, ma non solo, perché purtroppo oltre al DPCM devono ancora essere sottoscritte le convenzioni con Abi e Ania per quel che concerne i prestiti erogati al pensionato che farà domanda di APe volontaria, che permetteranno di finanziare l'anticipo pensionistico e la polizza assicurativa in caso di morte del richiedente. Dopodiché si attendono anche ulteriori informazioni da parte dell'Inps attraverso le consuete circolari. Se in estate avevamo parlato dei primi giorni di settembre per l'avvio definitivo dello strumento, adesso quindi è lecito aspettarsi un ulteriore scivolamento ad ottobre.

Riforma pensioni, numeri incredibili: 300.000 unità per l'APe volontaria?

Secondo le stime fatte dal Governo, ci sarebbe veramente una grande affluenza. L'attesa da parte dei lavoratori per l'APe volontaria è grandissima, di circa 300.000 unità. Si potrebbe parlare di circa 40mila richieste al mese. Essendo quattro i mesi di ritardo è facile ipotizzare che sono già 160mila i soggetti interessati e in attesa di capire quando ci sarà l'opportunità di fare domanda.

Tutta questa attesa, però, potrebbe quantomeno servire per eliminare un elemento di incertezza. La durata dell'APe volontaria che è legata all'aspettativa di vita. L'anticipo pensionistico ha una durata di almeno 6 mesi per un massimo di 43 mesi. Di conseguenza chi dovesse richiederla all'avvio potrà andare in pensione nel 2018, quando l'età pensionabile sarà già a 66 anni e 7 mesi.

Per evitare ciò, il DPCM dovrebbe contenere al suo interno un requisito necessario: se l'età dal 2019 dovesse aumentare, anche la durata dell'APe volontaria dovrà incrementarsi in modo del tutto automatico.

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