Inutile girarci attorno perché l'argomento più chiacchierato di questi tempi è quello legato alla riforma Pensioni 2017. I recenti incontri tra il Governo e i sindacati sulla cosiddetta "Fase 2" della riforma previdenziale, infatti, si sta portando dietro con sé le varie dichiarazioni da parte delle personalità più rappresentative. In primis Cesare Damiano, che continua a ribadire che l'APe è una soluzione parziale. E, proprio a riguardo, secondo quanto riportato dal sito Pensionioggi.it, sono diversi i punti che andranno risolti entro il mese di ottobre, anche se le distanze tra le parti sono ancora abbastanza ampie.
Riforma pensioni, si parte con il problema dell'aspettativa di vita
Si dovrà partire, ovviamente, dal meccanismo legato all'aspettativa di vita che incrementerebbe l'età pensionabile in maniera automatica: da una parte i sindacati, che chiedono il blocco, dall'altra il Governo che non ha ancora sciolto la sua posizione. Lo stesso ministro del Lavoro Poletti ha assunto una posizione di attesa, nonostante abbia dichiarato che non fare nulla per risolvere questa situazione sarebbe un grosso errore.
Riforma pensioni: altro punto da risolvere: categorie escluse dall'APe
L'obiettivo sarebbe quello di estendere le platee, in particolare permettere maggiormente alle donne di accedervi, magari riconoscendo uno sconto sui contributi richiesti per ogni figlio.
Per quanto riguarda l'estensione anche ai lavoratori disoccupati per scadenza naturale del contratto di lavoro che non hanno goduto dell'indennità di disoccupazione, invece, la strada appare ancora molto lunga.
Riforma pensioni: questione giovani e lavoro di cura
Per quanto riguarda i giovani lavoratori, invece, si punta a ridurre l'importo minimo per poter accedere alla pensione a 66 anni e 7 mesi e, come affermato più volte da Cesare Damiano, si punta ancora all'introduzione della pensione di garanzia, anche se i sindacati non si trovano d'accordo con quest'ultima ipotesi.
Sulla questione valorizzazione del lavoro di cura, invece, le posizioni sono molto distanti: per i sindacati è necessario rafforzare gli sconti in favore di queste categorie di lavoratrici. Come abbiamo già detto, anche qui si chiederebbe uno sconto sull'età di pensionamento pari a un anno per ogni figlio, così come per chi assiste persone disabili all'interno del proprio nucleo familiare.
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