Scontro aperto tra governo e sindacati sulla fase due della riforma Pensioni in particolare sull'adeguamento dell'età pensionabile. E a mettere oggi benzina sul fuoco arriva il presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale Tito Boeri. Le misure sul fronte previdenziale, in particolare la questione dell'aumento dei requisiti anagrafici per l'accesso al pensionamento in base alle speranza di vita, rappresentano una priorità che presto potrebbe portare i sindacati a promuovere una mobilitazione unitaria.

Pensioni, sindacati contro l'adeguamento previdenziale alle speranze di vita

E' quanto hanno ribadito oggi i leader di Cgil, Cisl e Uil - rispettivamente Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo - al termine del G7 sul Lavoro. "Siamo del'idea - ha dichiarato il segretario generale della Cgil - che il presidente dell'Inps dovrebbe occuparsi dei problemi dell'Inps e non - ha sottolineato in polemica con Tito Boeri - dettare le regole del sistema". Secondo l'economista bocconiano chiamato tre anni fa dall'ex premier Matteo Renzi a guidare l'Istituto nazionale per la previdenza sociale in un periodo storico particolarmente delicato sul fronte pensionistico ancora disciplinato dalla legge Fornero bisogna "sottrarre automatismi - ha detto - all'arbitrio della politica".

In sostanza, non si deve bloccare, secondo Tito Boeri, l'aumento dell'età pensionabile. Di tutt'altro avviso i sindacati che sono pronti a dare battaglia per il blocco dell'adeguamento e per l'introduzione di nuovi elementi di flessibilità in uscita verso nuove forme di pensione anticipata.

Cgil, Cisl e Uil incalzano il Governo Gentiloni sulla fase 2 della riforma pensioni

"Se non ci saranno risposte in questa direzione - ha ribadito oggi Susanna Camusso a margine del G7 sul lavoro - decideremo cosa fare". Sulla stessa lunghezza d'onda anche i leader delle altre organizzazioni sindacali. "Credo - ha detto il leader della Cisl Annamaria Furlan - che non vada cancellata ma rivisitata - ha specificato - la norma sull'aspettativa di vita".

Secondo i sindacati bisogna introdurre il riconoscimento della diversità dei lavori per l'accesso al trattamento previdenziale. "Lavorare 40/42 anni in un altoforno - ha sottolineato il segretario generale della Cisl - non sempre garantisce una aspettativa di vita fino a 85 anni". Sarà difficile nell'ambito del tavolo di confronto sulla fase due della riforma pensioni trovare un accordo tra governo e sindacati. Le organizzazioni sindacali sono pronti a iniziative unitarie. "Abbiamo già detto - ha ribadito anche i segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo a Torino - che non staremo fermi". Queste le ultime dichiarazioni dei leader di Cgil, Cisl e Uil sulla fase 2 della riforma pensioni, mentre sul fronte previdenziale è stata presentata ieri un'interrogazione del Movimento 5 stelle al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti: i grillini chiedono modifiche alla legge Fornero e la proroga di Opzione donna.