Arrivano i tanto attesi dati dell'Istat sulle aspettative di vita, dati importanti sul fronte previdenziale e nell'ambito del dibattito sulla riforma Pensioni (fase 2). "Aspettiamo i nuovi dati Istat prima di prendere decisioni", aveva detto il ministro del Lavoro e delle Politiche, Giuliano Poletti, sociali a proposito dell'aumento dell'età pensionabile per effetto dell'adeguamento alle speranze di vita. I nuovi dati dell'Istat sono arrivati e non sembrano indicare al governo di fare passi indietro rispetto all'aumento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale.

Pensioni e aspettativa di vita, i nuovi dati dell'Istat relativi al 2016

L'aspettativa di vita alla nascita nel 2016 in Italia è in crescita per il totale dei residenti e si attesta praticamente a 82,8 anni. Rispetto alle ultime rilevazioni del 2015 la speranza di vita in Italia si allunga segnando un +0,4. Mentre segna +0,2 rispetto all'anno 2014. Risulta in crescita di più di 7 mesi invece rispetto all'anno 2013. Sono questi i nuovi Indicatori di mortalità della popolazione residente in Italia relativi al 2016 diffusi oggi dall'Istituto nazionale di statistica. Come di consueto, l'aspettativa di vita alla nascita, risulta più alta nella popolazione femminile, l'età registrata per le donne è infatti 85 anni, ovvero quattro anni di vita in più rispetto agli uomini (80,6 anni).

E' in ogni classe di età, comunque, che crescere l'aspettativa di vita.

Bonus Poletti, Corte Costituzionale decide su rivalutazioni pensioni

Intanto, sempre in materia di riforma pensioni, si attende per oggi (martedì 24 ottobre) la decisione della consulta sul bonus Poletti, ovvero sulla rivalutazione degli assegni pensionistici per l'adeguamento al costo della vita dopo lo stop imposto dalla legge Fornero nel 2012 e nel 2013.

Col bonus Poletti, nel 2015, il Governo Renzi tentò di correre ai ripari con una restituzione parziale e non totale di quanto dovuto ai pensionati. Con il ricorso si punta al riconoscimento totale di quanto non ricevuto nel 2012 e nel 2013. "Siamo fiduciosi - detto ieri il presidente di Cida Giorgio Amborgioni - che verranno riconosciuti i diritti di tanti pensionati che hanno visto ridotto il potere d'acquisto e - ha sottolineato il rappresentante della confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità pubbliche e private - sviliti anni di lavoro con il versamento di onerosi contributi previdenziali".