L'argomento della riforma Pensioni 2017 continua ad essere una delle principali fonti di dibattito tra il popolo del nostro Paese, soprattutto quando giungono notizie poco confortanti da parte di enti come l'ISTAT, l'Istituto nazionale di Statistica. Dopo le recenti dichiarazioni da parte dell'ormai volto noto e tanto criticato, Cesare Damiano, infatti, arriva una conferma che non farà per niente piacere ai lavoratori italiani in merito all'incremento automatico dell'età pensionabile in base al meccanismo della speranza di vita.
Riforma pensioni: l'Istat non fa felici i lavoratori
Infatti, secondo quanto riportato dal sito PensioniOggi.it, l'Istat ha confermato che, a partire dall'1 gennaio del 2019, ci sarà l'incremento dell'età pensionabile di cinque mesi. Stando alle rilevazioni fatte dall'ente, infatti, a 65 anni l'aspettativa di vita arriva a 20,7 anni, allungandosi quindi di cinque mesi rispetto a quanto registrato nel 2013. Di conseguenza, in base alle regole vigenti per quel che concerne la pensione di vecchiaia, un lavoratore dovrà raggiungere i 67 anni nel 2019 per poter uscire dal mercato del lavoro.
Riforma pensioni: da una parte i dati dell'Istat, dall'altra la volontà del Governo
Mentre si parla dell'ipotesi di rinvio della decisione proprio sull'argomento, quantomeno al prossimo giugno, arriva la notizia che tutti speravano non arrivasse mai: se nel 2015 c'era stato un sorprendente calo dell'aspettativa di vita che faceva ben sperare almeno per quanto riguarda la riforma pensioni, nell'anno successivo tale tendenza è stata completamente ribaltata e l'aumento nel triennio risulta essere di cinque mesi.
Adesso tocca al Governo, che si trova di fronte ad un bivio fondamentale, anche perché da una parte ci sono le forze politiche e sindacali che hanno chiesto espressamente nell'ultimo periodo di congelare tale meccanismo. Tuttavia servirebbe un intervento legislativo per fare ciò. Resta da capire, dunque, quali saranno le intenzioni degli addetti ai lavori.
Non ci resta che attendere per capire come si evolverà la situazione, anche se la fiducia da parte dei lavoratori diminuisce inesorabilmente.
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