È stata approvata la mozione promossa dalla Governo (con la maggioranza PD, Des-Cd e Ap) già contenuta nel decreto Lorenzin riguardo la vaccinazione degli operatori del settore scolastico e sanitario. L'obbligo includerà dunque docenti, ATA e presidi allo scopo di interrompere il contagio delle infezioni, in particolare poliomielite morbillo e rosolia, che manifestano una tendenza ad aumentare negli ultimi anni. Con la mozione viene dunque approvato l'obbligo di vaccinazione per tutto il personale scolastico anche se i dubbi riguardano per il momento non è chiara l'entrata in vigore che, secondo indiscrezioni, dovrebbe diventare effettiva non prima del prossimo anno scolastico.

La mozione per interrompere la trasmissione di infezioni

Già nel corso della scorsa estate, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, aveva presentato la vaccinazione obbligatoria per il corpo docente all'interno di una bozza dell'omonimo decreto in cui veniva inserito l'obbligo del controllo delle vaccinazioni per gli studenti come condizione per la frequenza delle lezioni fino a 6 anni. In tale occasione l'obbligo della vaccinazione per il personale scolastico non venne attuato, ma adesso ci troviamo davanti ad un secondo tentativo in tale direzione. La mozione in realtà contiene anche altri provvedimenti orientati ad esercitare una maggiore pressione vaccinale sugli adulti e in particolare a raggiungere una copertura che rispetti gli standard ottimali su tutto il territorio, ma è stata inevitabilmente osteggiata fin dall’inizio.

Norma in vigore forse dal prossimo anno

Vani sembrerebbero stati gli sforzi e le rimostranze dei no vax e della Regione Veneto che, nel merito delle motivazioni a supporto di tale mozione, lamenta una “insussistenza dei presupposti di straordinaria necessità e urgenza” che andrebbe ad aggiungersi alla già evidenziata lesione del diritto all'autodeterminazione in materia sanitaria.

Tuttavia si tratta ancora di un primo passo che potrebbe rimanere nient'altro che una mera dichiarazione di intenti, almeno per quest'anno. Il dibattito sul tema è senza dubbio spinoso e riguarda tanto la sfera del personale quanto quella della collettività, per cui l’iter potrebbe subire diversi incidenti di percorso e, dato il poco tempo a disposizione prima della nuova tornata elettorale, è lecito pensare che tale obbligo entri effettivamente in vigore non prima della prossima legislatura.