Non è ancora finita per quanto riguarda la questione previdenziale e tutti i provvedimenti che i cittadini si aspettano dal Governo. Nonostante la partita per quanto riguarda il pacchetto Pensioni della Legge di Bilancio sia ormai pressoché chiusa, con il Governo che ormai ha presentato la sua proposta con tutte le cose che intende e può permettersi di fare, qualcosa succederà ancora. Come riporta una notizia pubblicata sull’edizione on line del quotidiano “Il Giornale”, il Ministro del Lavoro Poletti è tornato sull’argomento con alcune importanti novità.

A dire il vero siamo ancora nel campo delle ipotesi, per non dire delle promesse, ma quanto asserito dal Ministro sembra essere una importante apertura da parte dell’Esecutivo.

Donne di nuovo al centro della discussione

Tempo fa, quando si continuava a parlare di riforma delle pensioni, di fase 2 e così via, le donne sembravano destinate ad avere un ruolo centrale nel progetto di riforma previdenziale che andava a nascere. Un progetto che naturalmente è stato disatteso perché la Legge Fornero che molti vorrebbero abolita o quanto meno riformata, continuerà ad essere quella di riferimento per quanti cercano di andare in pensione. Le donne come dicevamo, avrebbero dovuto godere di trattamenti agevolati per quanto riguarda l’ingresso nelle pensioni tramite l’Ape sociale.

SI parlava di figli e di mesi di contributi da abbuonare in base al numero delle gravidanze avute. I lavori di cura poi dovevano essere presi maggiormente in considerazione dal punto di vista previdenziale, in modo tale da consentire a lavoratrici che abbandonavano e sacrificavano lavori e carriere per la cura della famiglia, di avere lo stesso un trattamento pensionistico degno.

Niente di questo ha fatto capolino nella proposta del Governo che ha in qualche modo avuto l’ok di Cisl e Uil, trovando solo la contestazione della Cgil. Saranno allargate le platee di attività gravose a cui concedere l’Ape sociale. Da 11 si passa a 15 e per tutti coloro che come lavoro prestano attività in una di queste 15 categorie, nessun aumento di età pensionabile sarà loro addebitabile dal 2019, come previsto per l’aspettativa di vita.

Niente per le donne, almeno fino ad ora, perché Poletti, come riporta il Giornale, ha dichiarato che il Governo sta valutando sconti in termini di contributi necessari per la quiescenza alle donne con prole. Questo perché presto tornerà sul tavolo della discussione la parità di genere dal punto di vista delle pensioni e secondo il Ministro le donne non riescono negli anni ad avere carriere lineari come i colleghi maschi. Non solo sull’Ape sociale quindi, ma gli sconti di cui si parla dovrebbero riguardare tutte le vie pensionistiche attualmente in vigore.

Emendamento in arrivo

Che il pacchetto pensioni si chiuda così come è oggi, appare molto probabile, soprattutto dopo gli ultimi diktat di Bruxelles che ha si dato maggiore flessibilità all’Italia in termini di bilanci e debito pubblico, ma che allo stesso tempo ha sottolineato l’esigenza di non spendere più di tanto per le pensioni.

Poletti ha annunciato l’intenzione di presentare per fine novembre un emendamento al pacchetto pensioni che oltre alla proposta sulle donne, prevedrebbe anche l’ennesima estensione dell’Ape sociale. Allargare quanto più possibile la misura per soggetti in qualche modo disagiati è una via che da tempo balena nell’ Esecutivo. Adesso il Governo aspetta la conferenza dei servizi per valutare le risorse a disposizione, che come sembra, dovrebbero essere quelle risparmiate dagli stanziamenti della scorsa manovra di Bilancio.