Il prossimo 15 novembre si riunirà, presso il Consiglio di Stato di Palazzo Spada, la tanto attesa Adunanza Plenaria che discuterà sulla posizione dei ricorrenti diplomati magistrale entro il 2001/2002 e sul loro diritto o meno di essere, definitivamente, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, dopo i vari ricorsi avviati dal 2014 ad oggi (per alcuni ricorsi sono state già emesse sentenze positive e i ricorrenti si ritrovano inseriti a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento e lavorano già da circa due anni).
Diatriba tra laureati in Scienze della Formazione Primaria e Diplomati Magistrale
La querelle che si protrae ormai da circa 3 anni, ossia da quando il diploma magistrale è stato considerato abilitante, grazie dal Decreto del Presidente della Repubblica del 25 marzo 2014, è quella tra gli stessi diplomati magistrale ante 2002 e i laureati in Scienze della Formazione Primaria che, conseguita l'abilitazione tramite la laurea in SFP dopo il 2007/2008, non hanno avuto possibilità di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento (nel frattempo, chiuse).
La contestazione dei laureati si basa soprattutto sulla discriminazione e sulla mancanza di equità (anzi, di netta discriminazione) tra il loro titolo, che, allo stato attuale, permette solo l'accesso alla seconda fascia delle Graduatorie d'Istituto, per cui non è stato ancora programmato un percorso di stabilizzazione, e il titolo di maturità magistrale.
La campagna social, avviata dagli stessi laureati, con l'hashtag #scemochisilaurea, sottolinea appunto il poco valore della loro laurea in confronto ad un semplice diploma che, nel 2014 è stato considerato abilitante.
Laureati appoggiati di docenti universitari
Gli stessi laureati in Scienze della Formazione Primaria godono dell'appoggio dei loro docenti universitari, formatori degli studenti con l'intento di intraprendere una carriera da insegnante presso le scuole di infanzia e primaria.
La professoressa dell'università Milano-Bicocca Nicoletta Nigris, portavoce dell'associazione dei presidenti di Scienze della Formazione Primaria, durante un'intervista rilasciata al quotidiano nazionale La Repubblica, ha evidenziato le problematiche che potrebbero comportare un esito positivo dei ricorsi sull'inserimento in gae dei diplomati magistrale, sottolineando che l'Italia, fin dall'inizio del nuovo millennio, si è prefissata l'obiettivo di allinearsi agli altri stati europei riguardo l'insegnamento e che i laureati possiedono una preparazione di gran lunga maggiore rispetto ai diplomati magistrale e facendo notare che una sentenza positiva sul merito porterebbe all'inserimento in Gae di molti diplomati che non hanno mai avuto alcuna esperienza da un punto di vista scolastico.
Pronunce del giudice in favore dei diplomati magistrale
Di contro a queste lamentele c'è, però, da sottolineare che i ricorrenti diplomati magistrale hanno dalla loro parte le decine di pronunce favorevoli cautelari (e sentenze, come già specificato) ottenute nei vari ricorsi avviati durante questi anni, fin dall'aggiornamento delle Gae con il Decreto Ministeriale 235/2014, così come è stata favorevole la pronuncia della Corte di Cassazione che il 6 giugno 2017 ha respinto il ricorso del Ministero dell'Istruzione riguardo alla giurisdizione di questi ricorsi.