Pensioni anticipate e pensione di vecchiaia con aumenti dell'età di uscita a quota 67 anni: sono molti meno rispetto alle cifre del Governo Gentiloni secondo il sindacato Cgil, i contribuenti che potrebbero essere esentati dall'aumento dell'età di uscita rispetto all'attuale pensione di vecchiaia a 66,7 anni o ai 42 anni e 10 mesi richiesti per la pensione anticipata. Infatti, informa Il Manifesto, il sindacato Cgil ha svolto un'analisi approfondita sui dati diramati dal Governo sugli sconti di uscita per le pensioni a 67 anni, avanzando l'ipotesi che le cifre governative siano ampiamente sovrastimate.

Infatti, negli incontri dei giorni scorsi, i tecnici del Governo Gentiloni avevano parlato di 14.600 contribuenti esentati dall'aumento di cinque mesi di età del 2019: per la Cgil sono molti meno.

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In più, in tanti non potranno sfruttare il beneficio dei requisiti per evitare l'aumento delle pensioni di vecchiaia a quota 67 anni o delle pensioni anticipate a 43 anni e 3 mesi di contributi. Infatti, fatti i relativi calcoli, la Cgil ha aggiornato i dati dei contribuenti in uscita per le pensioni precisando che nel 2019 appena 8.000 contribuenti beneficerebbero del mancato aumento di età delle pensioni e nel 2020 solo 8.800.

Cifre che, pertanto, vanno sempre più al ribasso rispetto alle stime iniziali del Governo Gentiloni che aveva parlato di una platea tra i 20.000 e i 30.000 beneficiari, da ricercarsi nelle quindici mansioni gravose esentate dall'aumento delle pensioni. Poi, alla vigilia dell'ultimo confronto tra Governo e sindacati, la cifra è scesa a 14.600 lavoratori, ma secondo la Cgil anche questo dato sarebbe largamente sovrastimato.

Infatti, il requisito dei sette anni negli ultimi dieci di lavoro gravoso per beneficiare dello sconto della pensione di vecchiaia escluderebbe molti lavoratori, soprattutto tra i contribuenti della categoria dei braccianti agricoli che non raggiungerebbero un simile requisito. Lo stesso discorso si può fare per le altre misure di salvaguardia, tra le quali la pensione anticipata con opzione donna: numeri troppo alti rispetto al reale beneficio delle donne.

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In più, è da considerarsi che per evitare l'aumento delle pensioni di vecchiaia a 67 anni delle quindici categorie di lavori gravosi, occorrerà un'anzianità contributiva di 30 anni, rispetto ai 20 richiesti per la pensione di vecchiaia con uscita a quota 67 anni. Dunque, i lavoratori, per evitare l'aumento dell'età di cinque mesi per la pensione di vecchiaia dovranno dimostrare dieci anni in più di versamenti all'Inps, requisito non maturabile per molti contribuenti. Anche sulla pensione anticipata, lo sconto dei 5 mesi sull'adeguamento dei versamenti richiesti (l'aumento dal 2019 è previsto dai 42 anni e 10 mesi a quota 43,3 di versamenti), esclude molti lavoratori dal poter uscire anticipatamente.

Infine, spiega la Cgil, il blocco dell'età pensionabile è riconducibile solo al biennio 2019-2020, riprendendo poi il normale corso degli adeguamenti di età e di contributi a partire dal biennio successivo. Peraltro, il blocco di età non riguarderà i requisiti di età e di versamenti necessari per la pensione anticipata con Ape social e per la quota 41 dei lavoratori precoci.