Sembrano definitivamente accantonati gli anni delle vacche magre per chi cerca un'opportunità di lavoro nel pubblico impiego: il 2017 ha segnato, di fatto, la fine del blocco delle assunzioni che perdurava ormai da troppo tempo, e l'indizione di una serie di corposi concorsi che fanno ben sperare per il riavvio di una nuova stagione di consistenti immissioni in ruolo.

Di maxi-concorsi come quello al Ministero della Giustizia per oltre 1.400 posti da diplomati si era perso memoria da decenni, ma anche il Ministero dell'Interno, con 250 posti da funzionario, e l'INPS, con 365 posti da analista, hanno contribuito in modo significativo a muovere le acque stagnanti del lavoro pubblico.

Ora, anche i massimi vertici istituzionali sembrano pronti ad accodarsi al mutato clima: secondo quanto riportano rumors provenienti da fonti qualificate, la Camera dei Deputati dovrebbe fare una inaspettata strenna natalizia bandendo una serie di concorsi che, tempi tecnici permettendo, saranno pubblicati entro la fine dell'anno.

Lavorare nei palazzi della politica

Sono passati quasi tre lustri dall'ultima volta in cui nel ramo basso del Parlamento furono assunti nuovi dipendenti: correva l'ormai lontano 2003 quando una ventina di giovani fortunati varcò i portoni di Palazzo Montecitorio per prendervi servizio.

Le esigenze di risparmio hanno indotto da allora a non procedere ad ulteriori assunzioni per non gonfiare gli organici, ma ormai, dei circa mille collaboratori di cui si avvale la Camera, ben un terzo è andato in pensione nell'ultimo triennio, rendendo non più rimandabile l'immissione di nuove risorse per rimpiazzare, almeno parzialemente, quelle cessate.

Per questo motivo il Comitato per gli affari del personale di Montecitorio, presieduto dall'onorevole Marina Sereni, vicepresidente della Camera, ha previsto di bandire distinti concorsi per alcune decine di posti in diverse figure professionali.

Il profilo più ambito sarà quello di consigliere parlamentare, che svolge attività di grande responsabilità, quali assistenza legale e controllo delle procedure amministrativo- contabili, e può arrivare a coordinare i lavori delle Commissioni parlamentari e della stessa Aula.

Da un punto di vista retributivo, si parte da circa 3.000 euro netti al mese, con generosi e automatici incrementi stipendiali che scattano con periodicità biennale, e portano gli importi percepiti ad essere tra i più lauti dell'intera amministrazione pubblica nell'arco di pochi anni.

Dopo il necessario confronto con i sindacati, la decisione finale passerà all'Ufficio di Presidenza; non c'è ragione tuttavia di ritenere che quest'ultimo assuma provvedimenti diversi da quelli proposti dal Comitato per il personale ed approvati dalle organizzazioni dei lavoratori.

Un'opportunità da non perdere dunque: l'unica incognita è se le imminenti elezioni possano rallentare l'indizione dei bandi ed eventualmente posticiparla alla prossima legislatura.