Una nuova tegola si abbatte sulla Buona Scuola. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato illegittima la disposizione della riforma scolastica del Governo Renzi in riferimento all’esclusione dei docenti già assunti con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali dal concorso per il reclutamento di nuovo personale docente.

La Corte Costituzionale, relatore prof. Giuliano Amato, ha dichiarato illegittima la disposizione là dove esclude dalla partecipazione ai concorsi pubblici per il reclutamento del personale docente gli insegnanti già assunti con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali.

La pronuncia è pertanto destinata ad applicarsi anche alle prossime procedure concorsuali di reclutamento dei docenti.

La novità è delle ultime ore, la stessa Consulta ha diffuso un comunicato col quale ha reso nota la decisione rispetto ad una questione che era stata sollevata dal Tar Lazio dopo che alcuni docenti avevano presentato ricorso avverso le disposizioni della 'Buona Scuola'. Questo significa che a partire dai concorsi 2018 che saranno indetti per docenti abilitati e per quelli con tre anni di servizio le regole cambiano di nuovo. Vi potranno infatti partecipare, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, anche i docenti di ruolo che volessero ad esempio fare il salto dalle scuole Medie alle Superiori.

Chiare anche le motivazioni addotte dalla Consulta secondo le quali escludere dai concorsi pubblici per il reclutamento dei docenti coloro che sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali stride con l'apertura a chi ha contratto sì ma non a tempo indeterminato. In pratica si esclude chi ha contratto a tempo indeterminato con la scuola ma si ammette i docenti con contratto a tempo indeterminato che sono alle dipendenze di una scuola qualsiasi privata e paritaria o anche i docenti che sono stati immessi nei ruoli di altra amministrazione.

Insomma delle incongruenze che secondo la Consulta determinano l'incostituzionalità di parte di quella disposizione. Una incostituzionalità che di fatto rende nulla la restrizione e rimescola le carte in vista dei prossimi appuntamenti per il reclutamento del personale scolastico che sono per altro attesi da migliaia di persone. Sono tantissimi, infatti, coloro che puntano ad entrare nel sistema scolastico italiano come docenti, ma tanti anche quelli che già vi lavorano e vogliono cambiare ambito con un salto di qualità.