Continua ad essere fortemente critica la posizione della Cgil in merito agli anticipi pensionistici introdotti con la legge di bilancio 2017 ed alle modifiche in corso di definizione. Il sindacato negli scorsi giorni non ha esitato a parlare di un "fallimento prevedibile" e la questione è certamente tra gli argomenti attualmente più dibattuti sui media nazionali riguardo il comparto previdenziale. Il Corriere della Sera ha parlato in un articolo risalente a meno di 24 ore fa di "flop dell'APE", ricordando nel titolo del proprio approfondimento che "in un anno nessun assegno è stato pagato".

Un'affermazione che in effetti rappresenta una delle principali argomentazioni avanzate da coloro che esprimono perplessità sulle misure. Al di là del merito delle iniziative, bisogna infatti tenere presente che i provvedimenti di flessibilità, pensati per chi vive una situazione di disagio a partire dai 63 anni di età, dovevano risultare operativi fin dal primo maggio dell'anno in corso. Oltre a ciò, a sette mesi di distanza ancora non è possibile sapere con precisione quando verranno pagati i primi assegni, né per la versione "sociale" della misura, né per quella "volontaria". Mentre davanti ad una simile situazione si trovano anche i lavoratori precoci, che se inclusi nelle categorie previste all'interno della scorsa manovra dovevano potersi avvantaggiare della Quota 41.

Dalla Cgil si chiede un cambio di rotta su APE sociale e Quota 41 per i precoci

Quanto appena evidenziato da solo potrebbe bastare a spiegare le motivazioni alla base della vertenza aperta dalla Cgil, ma per il Segretario Confederale Roberto Ghiselli anche i dati forniti dalla stessa Inps dimostrano la fondatezza delle critiche.

Basti prendere come rifermento il risparmio di risorse concretizzatosi nell'anno in corso per l'ape sociale e la Quota 41. Una cifra che risulta "addirittura superiore a quanto il Governo ha deciso di destinare complessivamente al capitolo Previdenza nel prossimo triennio", evidenzia il sindacalista. Dati messi nero su bianco negli scorsi giorni attraverso una nota pubblicata tramite il sito del sindacato, all'interno della quale si può leggere come i risparmi inutilizzati stimati dall'Inps per il 2017 ammontino ad oltre 504 milioni di euro; ma la stessa cifra sale addirittura a 554 milioni di euro per il prossimo anno.

Diventa quindi evidente perché i numeri destino preoccupazione, anche considerando che le risorse inutilizzate non saranno destinate a coprire nuove salvaguardie previdenziali, benché inizialmente fossero impegnate per tali scopi.

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