Le ultime notizie sulla riforma pensioni al 7 dicembre 2017 e nello specifico sulle Pensioni precoci e sulle donne giungono da un lato dal presidente dell'Inps Tito Boeri e dall'altro dall'onorevole Baruffi (Pd). Il primo intervistato al Gr1 ha fatto presente di essere concorde con i dati dell'Ocse che asseriscono che l'età effettiva di pensionamento media degli uomini, nel nostro Paese, è inferiore a 63 anni. Ragione per cui, sostiene, l'aumento dell'età pensionabile dal 2019 si rende necessaria. L'onorevole Davide Baruffi, invece, sul suo profilo Facebook annuncia l'accoglimento dell'emendamento relativo all'estensione del cumulo gratuito per esodati e opzione donna.

Pensioni 2017, Barbuti risponde a Boeri: contano gli anni di lavoro effettuato e non l'età

Boeri asserisce che per molti l'aumento dell'età pensionabile dal 2019 significherà non uscire a 62 anni ma a 62 anni e 5 mesi. Affermazioni che hanno suscitato molta polemica, specie tra i lavoratori precoci. Oggi vi proponiamo il pensiero di Moreno Barbuti uno degli amministratori del gruppo Facebook 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti'. Ecco le sue parole: "Continuano tutti a parlare di età, compreso Boeri che invece dovrebbe ben capire che ciò che conta sono principalmente gli anni di lavoro effettuato e non solo l’età. Sono molto più usurati un uomo o una donna che lavorano ininterrottamente da 40 anni piuttosto che un sessantaseienne che ne lavora magari da 20 o poco più...

o poco meno... A parte il fatto che chi lavora da 40 anni ha conseguentemente versato anche molti più quattrini alla previdenza pagandosi così i pochi anni di anticipo sull'età. Sarebbe anche una questione di giustizia nei confronti di chi ha iniziato a lavorare quando portava ancora i calzoncini corti e i sandaletti di plastica collocarli in pensione dopo 40/41 anni di attività che non mi sembrano pochi!

Giustizia è far lavorare tutti lo stesso numero di anni e non collocare tutti in pensione alla stessa età. Io sono davvero stanco di sentire pronunciare considerazioni discriminanti e totalmente ingiuste nei confronti di chi non ha fatto altro nella vita se non lavorare onestamente e versare quattrini sonanti alla previdenza.

Mi rendo conto di essere solo un bruscolino di sabbia su una spiaggia in confronto al potere costituito...spero solo in un atto di giustizia, che la giustizia possa trionfare, deve trionfare perché non può sempre vincere la prevaricazione nei confronti dei più deboli".

Opzione donna, dallo sciopero della fame al cumulo dei contributi

La questione previdenziale relativa alle donne non è semplice, da un lato vi sono coloro che chiedono insistentemente la proroga dell'opzione donna al 2018 e che pur di ottenerla, come le iscritte al gruppo 'movimento opzione donna' sono disposte a fare lo sciopero della fame. "Meglio digiunare oggi, è il loro motto, piuttosto che fare la fame domani". La protesta è uno sciopero della fame a staffetta affinché i riflettori sulla proroga dell'opzione donna restino alti in vista della discussione generale della Ldb 2018 alla Camera prevista il 19/12, che al momento non menziona misura in questa direzione.

Dall'altro lato vi è chi come l'onorevole Baruffi annuncia un altro piccolo passo avanti fatto nei confronti delle donne e degli esodati.

L'emendamento approvato stamane in Commissione Lavoro con il parere favorevole del Governo punta a sanare l'ingiustizia del cumulo gratuito dei contributi che aveva tenuto fuori esodati e opzione donna. L'emendamento passa ora al Bilancio nella speranza si arrivi presto al risultato, sebbene Baruffi invita alla prudenza: "Un primo passo avanti, ancora niente di scontato, continuiamo a lavorarci".