L'infarto è una problematica di cui molte persone sono state affette e consiste in un malore provocato da un'insufficiente irrorazione sanguigna. L'infarto si può manifestare in maniera asintomatica o con un dolore di varia intensità. Secondo una recente ricerca, pare che coloro che sono stati colpiti da tale problematica rischino di perdere il lavoro con molta più facilità rispetto a chi non ha avuto tale problema. Entriamo nel dettaglio della situazione.

Rischi sul lavoro per infartuati

Una ricerca pubblicata sulla rivista Jacc e condotta da Laerke Smedegaard, ha rivelato che un lavoratore su 4 che è stato soggetto ad infarto, ha abbandonato il lavoro entro i 12 mesi dall'avvenuta problematica.

Lo studio condotto su 22.394 persone, ha dimostrato come il 24% dei pazienti che sono stati vittima di infarto abbiano abbandonato il loro posto di lavoro entro il primo anno dal brutto evento.

Gli esperti hanno approfondito l'argomento per cercare di capire quali sono le motivazioni che spingono le persone interessati a lasciare il loro lavoro. Smedegaard, conduttore di tale studio, ha dichiarato che per un infartuato è molto importante mantenere il proprio posto di occupazione per la propria qualità di vita e la propria autostima. Secondo lo studio, la riabilitazione del paziente dovrebbe riguardare anche il fatto di aiutare gli interessati a mantenere la propria occupazione anche dopo la problematica cardiaca.

L'età media delle persone colpite

Carola Adami, fondatrice della società di ricerca di Milano Adami & Associati, ha dichiarato che è arrivata l'ora di iniziare a pensare alle conseguenze che l'infarto ha sul lavoro delle persone che ne sono state colpite. L'età dei pazienti colpiti dal malore cardiaco negli ultimi anni si sta abbassando di buon grado.

La Cleveland Clinic ha condotto uno studio su 4 mila pazienti, dal quale è emerso che l'età degli infartuati è passata dai 64 anni ai 60 ed alcuni casi si sono verificati anche tra le persone di 50 anni.

La vita di un essere umano viene segnata nel profondo dopo l'avvenuto infarto ed in molti casi chi ne è stato affetto è stato costretto a revisionare le sue abitudini lavorative, cambiando i proprio ritmi abitudinari.

In molti casi però, i soggetti interessati hanno addirittura smesso di lavorare completamente entro il primo o il secondo anno dall'avvenuto infarto. La problematica è dunque molto presente nel territorio italiano.