Che fare il macchinista delle ferrovie sia un mestiere non facile lo possono tutti immaginare: non deve essere certo semplice avere la responsabilità di un intero treno, passeggeri o merci che sia, e trovarsi a guidare sulle linee ferroviarie in qualunque condizione ambientale, sia di giorno che di notte. Non è certo agevole fare i turni, trovandosi a lavorare magari a Natale quando tutta la famiglia è riunita per il tradizionale pranzo oppure la domenica quando tutti i lavoratori “normali” sono a casa o in gita oppure a vedersi una partita di calcio.

Di questi tempi sembra però che la situazione di chi guida i treni sia ancora più difficoltosa, a causa del sovrapporsi di diversi fattori negativi, di diversa natura.

54 morti in poco più di tre anni

La denuncia parte dalla storica rivista di settore “Ancora In Marcia”: negli ultimi tre anni e qualche mese sono deceduti, a causa di malattie, ben 54 macchinisti; quasi tutti erano ancora in servizio mentre qualcuno era da pochissimo tempo andato in pensione. La scomparsa prematura di tutti questi lavoratori di un unico e ben specifico settore porta naturalmente ad interrogarsi sulle cause che, secondo la rivista dei macchinisti, sono da ricercarsi principalmente nei contratti collettivi di lavoro, approvati dai sindacati cosiddetti maggiormente rappresentativi, che prevedono regole di utilizzazione del personale nocive per la salute, tra prestazioni richieste anche di 11 ore giornaliere e riposi risicati, fino ai limiti minimi previsti dalla legge.

La pensione che si è allontanata

Come per aggiungere al danno la beffa, ad una normativa di lavoro già così pesante si è aggiunto l'allungamento dei limiti di pensione: i macchinisti, assieme alle altre due categorie dei capitreno e dei manovratori, oggi non possono più ritirarsi a 58 anni, come era previsto dal “Fondo Speciale FS”, ma secondo quanto stabilito dalle regole generali, quindi in prospettiva anche a 67 anni o più.

Questo fatto non sarà di certo di aiuto, per un gruppo di persone tra cui si muore prematuramente.

Di chi sono le responsabilità

Chi può fare qualcosa? Il monito di “Ancora In Marcia” è lanciato ai sindacati, ritenuti indifferenti, ma anche alla politica che potrebbe intervenire in materia di Pensioni ma non lo fa, e ai mass media che non hanno messo in risalto il problema con la dovuta attenzione. Intanto...il lavoro nobiliterà anche l'uomo, ma ci sono situazioni in cui lo uccide.