La materia previdenziale italiana è soggetta a ripetuti cambiamenti e novità frutto dei vari interventi dei Governi perché evidentemente il sistema funziona poco e va corretto. Ogni anno e con ogni nuova Legge di Bilancio o di Stabilità, come vengono chiamate ad anni alterni le manovre finanziarie, nel mondo previdenziale entrano in scena nuove norme. Capire quando si potrà andare in pensione è esercizio complicato proprio in virtù della miriade di provvedimenti che necessitano di una specie di “traduzione”. Anche uno dei pilastri su cui si regge il sistema, cioè la pensione di vecchiaia è stata soggetta a repentini cambiamenti.

Ma come si può andare in pensione nel 2018 con la misura collegata all’età pensionabile?

A che età si può lasciare il lavoro

Il 2018 sarà ricordato come l’anno a partire dal quale l’età pensionabile tra uomini e donne viene definitivamente equiparata. Dal primo gennaio sia uomini che donne possono accedere alla pensione di vecchiaia raggiunta l’età di 66 anni e 7 mesi. Nel 2019 si cambierà ancora e per tutti si passerà all’età anagrafica di 67 anni tondi. Nel frattempo, sempre da gennaio, anche l’assegno sociale sale alla stessa età della pensione di vecchiaia e salirà in maniera identica anche nel 2019. Nelle ultime due manovre finanziarie è entrata in scena una nuova misura che si collega alla pensione di vecchiaia e che consente di anticiparla di 3 anni e 7 mesi, cioè a 63 anni.

Si tratta dell’Ape, l’Anticipo Pensionistico e delle sue due forme, una a carico dei pensionati ed una assistenziale. L’Ape più vicina alla pensione di vecchiaia è quella volontaria perché prevede lo stesso numero di anni di contributi versati, cioè 20 e poi perché è aperta a tutti i lavoratori. C'è però da fare i conti con una pensione prestata da una banca che va restituita con spese assicurative ed interessi.

L’Ape sociale invece, necessita di diversi anni di contributi in più anche se permette la stessa uscita di quella volontaria a 63 anni e senza prestito bancario essendo misura finanziata dallo Stato. L’Ape social è destinata però ad una platea di soggetti disagiati come i disoccupati, i caregivers e gli invalidi per i quali servono 30 anni di versamenti e numerosi altri paletti, oppure per i lavori gravosi che sono le 15 categorie di cui tanto si parla e che vanno dalle maestre di asilo e dagli edili, fino ai nuovi settori appena inseriti come i pescatori, siderurgici e agricoli, per i quali servono 36 anni di contribuzione.

Altre soluzioni

Non sempre si può centrare la pensione di vecchiaia anche raggiungendo l’età e la contribuzione utile. È il caso dei lavoratori che avranno una pensione di vecchiaia che in base ai calcoli dell’Inps sarà inferiore ad 1,2 volte il trattamento minimo. Per questi nonostante si sia centrati i 20 anni di contributi non sarà possibile uscire a 66 anni e 7 mesi di età nemmeno con l’Ape volontaria. Si tratta di lavoratori che hanno iniziato a lavorare e quindi a versare contributi dopo il 1995 e che ricadono nel sistema contributivo che è risaputo, è altamente penalizzante in termini di importi di pensione. Bisognerà attendere i 70 anni di età per la pensione di vecchiaia che viene concessa a tutti con soli 5 anni di contributi effettivi.

Naturalmente in aiuto di questi soggetti che devono attendere i 70 anni per la propria pensione, esiste l’assegno sociale, la prestazione indipendente da qualsiasi periodo di contribuzione e che come dicevamo nel 2018 si percepisce con 66 anni e 7 mesi di età. Poi a 70 anni questi soggetti dovranno presentare domanda per la pensione di vecchiaia con l’Inps che erogherà al richiedente la prestazione più favorevole dal punto di vista degli importi tra assegno sociale e pensione di vecchiaia. Sempre in tema di pensione di vecchiaia vige ancora quella per i cosiddetti quindicenni, soggetti che hanno solo 15 anni di contributi e che rientrano nella Deroga Amato o Opzione Dini. Il requisito anagrafico comunque anche per le Pensioni in deroga alla normativa vigente resta quello stabilito dalla Fornero e fissato da tutti gli ultimi scatti dell’aspettativa di vita.